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Altro crollo, il Napoli sbatte di nuovo la testa. Attimi di paura per Osimhen TOP E FLOP al Gewiss Stadium

L’assioma di Murphy riassume intuitivamente un fatto statistico e matematico ormai chiaro in casa Napoli, soprattutto nel suo nono corollario: “Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla”. Cosa c’è che non va? Gli interrogativi che si formulano più spesso nelle analisi di queste settimane sono principalmente due e riguardano l’efficacia dell’attacco e della difesa. Ma il centrocampo? Lì dove non c’è allenamento, e per di più c’è scarsa lucidità per accumulo di stanchezza, solo i giocatori più evoluti, quelli con un’intelligenza calcistica più elevata, riescono a sopravvivere. E a Napoli sembra che la pecca, la vera falla sia tutta qui. Il gruppo azzurro arriva a Bergamo nelle peggiori condizioni possibili: s’è palesata, non certo sotto mentite spoglie, la Dea (bendata prima, bergamasca poi), che ha voltato le spalle e l’ha schiacciato, tra sospiri e imprecazioni, a leccarsi le ferite e a contare le sconfitte. L’Atalanta vince dunque lo scontro diretto per il quarto posto con tutti i favori del caso, senza neanche sforzarsi troppo e con un Muriel formato fenomeno.

 

Altro crollo, il Napoli sbatte di nuovo la testa. Attimi di paura per Osimhen TOP E FLOP al Gewiss Stadium

 

Nel primo tempo i padroni di casa attaccano di più, tengono di più la palla, ma non fanno mai veramente paura a Meret. Espulso Gasperini per proteste veementi. Nella ripresa succede di tutto: al 52′ la sblocca l’ex Zapata di testa, ma dopo pochi minuti il Napoli pareggia con una perla del capitano per una sera Piotr Zielinski. Anche il pari dura quel tanto che basta, perché gli orobici si riportano avanti con il tedesco Robin Gosens che appoggia in rete servito da Duvan. Poi Muriel ripesca dal borsone i super-poteri e segna per la terza partita di seguito, per la nona partita consecutiva da titolare. Un autogol dello stesso Gosens sembra riaprire la partita, ma il Napoli è senza energie e senza uomini e la chiude il centrale difensivo Romero sugli sviluppi di un corner. Finale con preoccupazione, per non farsi mancare niente, con Osimhen che esce in barella dopo aver perso i sensi. Pessimismo esistenziale? Chissà, ma ripetere come un mantra il nono corollario di Murphy, che oggi (come da un po’ di tempo a questa parte) sembra quanto mai azzeccato.

ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6; Toloi 6, Romero 7, Djimsiti 5.5; Maehle 5.5 (90′ Sutalo sv), de Roon 6.5, Freuler 6.5 (78′ Pasalic sv), Gosens 6; Pessina 6 (84′ Palomino sv); Muriel 8 (84′ Miranchuk sv), Duvan Zapata 6.5 (90′ Malinovskiy sv). All. Gasperini 7

NAPOLI (4-2-3-1): Meret 6; Di Lorenzo 5, Rrahmani 5.5, Maksimovic 5.5 (78′ Koulibaly 5), Mario Rui 5 (78′ Ghoulam 5.5); Fabian Ruiz 5.5, Bakayoko 4, Zielinski 6 (84′ Lobotka sv); Politano 6.5, Osimhen 5, Elmas 4 (53′ Insigne 5.5). All. Gattuso 5.

foto: rete internet