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Difese attente, emozioni poche. Frena ancora il Napoli

Difese attente, emozioni poche. Frena ancora il Napoli

Niente da dichiarare. Non è uno spettacolo, né un memoriale. E tanto meno un’operazione nostalgia: è semplicemente una partita senza sussulti. Emozioni? Poche. Se non nel rivedere vecchi amici come Walter Mazzarri e Simone Verdi, o nel ritrovare quello sbarbatello di Scampia che ha il 5 sulle spalle, ad oggi forse il miglior centrale italiano. Ancelotti vara un nuovo Napoli, di sarriana memoria. Una scossa tattica tornando al passato, anche se – almeno dall’inizio – manca Callejon nel terzetto offensivo. Il primo tempo scorre via senza guizzi particolari. Mertens fa venire (di nuovo) i brividi a Sirigu con un tiro che tanto ricorda quella marcatura immaginifica di due anni fa, Hysaj mette apprensione a tutto lo stadio dopo avere sbattuto la testa al suolo a seguito di una brutta caduta per anticipare Ansaldi. Proprio l’argentino ex Inter impensierisce Meret, bravo a deviare in corner. Ripresa anonima, Llorente si divora il gol del vantaggio da due passi. Termina così, senza niente da dichiarare, una partita non certo da ricordare.

Napoli

Meret 6.5: si allunga benissimo su Ansaldi, incute sicurezza all’intero reparto. La nazionale lo aspetta.

Di Lorenzo 7: attenzione e posizione. Le doti di questo ragazzo non passano inosservate. Roberto Mancini ha deciso di portarlo con sé per il doppio impegno contro Grecia e Liechtenstein. Convocazione meritatissima.

Luperto 6.5: qualche insicurezza in avvio, poi grande sicurezza in tutti gli interventi. Bada al sodo, usa anche le terga.

Manolas 6: non commette particolari sbavature, Belotti però è un cliente ostico. Se la cava come può.

Hysaj 5.5: scampolo di partita di difficile interpretazione per lui, protagonista di una caduta da wrestling. Brutto pomeriggio per l’albanese, che aveva una buona chance da titolare. Ci si mette anche la sfortuna.

34° Ghoulam 5: resta a galla perché Ansaldi spesso si accentra, ma lascia una serie di buchi clamorosi.

Zielinski 5: a sinistra o in mezzo, inconsistente. Uno schiaffo alla miseria la sua immensa tecnica.

Allan 6: fa il solito filtro, chiudendo ogni spazio.

Fabian 5.5: lento e compassato in mezzo al campo, non sfrutta quel dono di Dio che è il suo sinistro.

Lozano 5: qualche sprazzo, ma è l’anello debole della catena di destra.

61° Callejon 6: una di quelle serate in cui la logica diventa lezione difficile da mandare giù a memoria. Entra e si piazza dove si è fatto più apprezzare, cose minime, ma deliziose.

Insigne 5: frenesia al potere e quel po’ di egoismo che riaffiora perché ce l’ha nel dna. Manca Callejon? Faccio da me. Servirebbe lucidità per cercare la porta, ma non la trova.

67° Llorente 5: per Insigne. Raddoppio di chili e centimetri, la capacità di soffrire non manca. Il suo acquisto è azzeccato, ma la serata è storta anche per lui.

Mertens 6: ha pochissimi palloni giocabili (che gioca come meglio può), rischia di ripetersi come due anni fa con una palombella delicata che non si allontana molto dalla porta di Sirigu.

Ancelotti 5.5: il tridente non punge come si aspetta. Anzi, non punge affatto. Gli avversari chiudono senza patemi. Si è inceppato il giocattolo?

Torino (3-5-2): Sirigu 6; Izzo 7, Nkoulou 6.5, Lyanco 7; Ansaldi 6.5, Baselli 6 (71° Meité 5.5), Lukic 5.5 (83° Ola Aina sv), Rincon 6.5, Laxalt 6.5; Verdi 6.5 (89° Iago sv), Belotti 7. All.: Mazzarri 6.5.

foto: GettyImages