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Dreaming Zlatan, re e leggenda ovunque vada

dreaming zlatanDreaming Zlatan, re e leggenda ovunque vada

Ho fatto un sogno. Mi sbaglierò, come sovente capita, ma credo che Zlatan Ibrahimovic (ora come ora, che spegnerà 35 candeline ad ottobre), per quanto concerne la sua scelta professionale, sia meno attento ai soldi e pensi piuttosto ad una sfida avvincente, che gli permetta di divertirsi ancora e mantenere saldo il proprio equilibrio familiare. Non facciamolo freddo o calcolatore, già lo disegnano così in tanti. Lo svedesone glaciale fresco ex del PSG, dai tratti tzigani e la tecnica sopraffina è ancora tra i top del globo, e detiene ancora uno dei più alti ingaggi a livello mondiale; ma ha un cuore e una sensibilità il buon Zlatan, e risponde come tutti noi ad un’etica ben precisa e a principi umani universali. Basta con il solito refrain che è presuntuoso, mercenario ed egocentrico; la smania di giudicare a priori, soprattutto quando si tratta di Ibrahimovic, non è mai latente. In lui c’è un lignaggio aspro da smussare, un passato difficile, una ferita che nemmeno i soldi e la popolarità son riusciti mai a celare: nel campione cresciuto a Malmoe regna ancora una fragilità immensa e, nonostante continui a vestirsi di una fragorosa corazza di superbia, la si può rilevare se a questa persona (non al personaggio) che ha preso a cazzotti la vita gli dai il credito che merita. E si va oltre Mino Raiola, l’uomo che ha governato per anni (e senza scrupoli) la sua vita professionale, oltre la manager Helena, moglie e “mamma” del frangibile Zlatan. La scelta che domani (il grande giorno per avere l’attesissima rivelazione) Ibra farà, sarà fatta con il cuore. Se così non fosse, farò penitenza. Stay tuned…

Foto: GettyImages