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Finale di Coppa italia di Eccellenza, Savoia-Nola 5-3 d.c.r.: Gallo vola, Riccio manda in visibilio i 3000 tifosi oplontini. Il trofeo è biancoscudato!

L’attesa è finita! La finale di Coppa Italia d’Eccellenza e Promozione tra Savoia e Nola è pronta finalmente ad aprire il sipario al suo pubblico. Dopo una settimana di violenti nubifragi, abbattutisi sul territorio campano e che ne hanno compromesso l’evento inizialmente in programma il 7 Febbraio, è tempo di riavvolgere il nastro per il Savoia e i suoi beniamini. L’ultima performance che ha visto la società sportiva di Torre Annunziata trionfare in questa competizione risale nel lontano 2012, quando Antonio Guarro, siglando il gol del definitivo 2-1 al Partenio contro l’Agropoli, permise al glorioso vessillo biancoscudato di tornare a splendere (come un tempo) tra le più importanti pagine di storia che può vantare un’antichissima società come quella del Savoia. Sei anni dopo, rieccoci qui nel freddo e gelido feudo amico di nome Pagani (SA) per ricaricare la “Biro” e continuare a raccontare questa straordinaria avventura, i cui eventi che si susseguono, sembrano celare l’effetto sopresa e quella suspance che fa tenere gli addetti col fiato sospeso, spinti dalla frenetica curiosità di conoscere un nuovo capitolo, senza prendere in considerazione la parola “Fine”.

LA GARA. Nella notte magica del “Marcello Torre” di Pagani, colorato da un’invidiabile cornice di circa 3.000 sostenitori di fede biancoscudata, si consuma il primo round di una stagione che si prospetta al di sopra delle righe per il Savoia. Undici gladiatori che lottano per un solo obiettivo, la serie D, senza lasciare un briciolo a chi vi si trova di fronte, neanche nelle competizioni ad essa parallele. E un tutto cuore e grinta Nola lo avverte sin dal principio. Partenza a razzo dunque per i ragazzi di Mister Fabiano che nascondono subito la palla agli avversari e al 7′ passano in vantaggio con il solito Caso Naturale: diagonale sontuoso il suo, che si va ad infilare nell’angolino basso più lontano. Gioia incontenibile per il settore “distinti” dell’impianto. Sembra un giardino già colorato di fiori d’arancio, quello che si percepisce a naso dagli spalti, ma la strada per mettere le mani sul trofeo tricolore si rivelerà tutt’altro che una passeggiata. Anche perchè la squadra di Mister Liquidato, forte degli innesti di spessore rilevati durante la campagna mercantile di riparazione (Scielzo e Oliviero su tutti) non vuol saperne di vestirsi in “vittima sacrificale” per i suoi avversari. E allora fuori gli artigli! Pronti e via alla ripresa, concimata da scatti d’orgoglio della compagine bianconera, che viene fuori col suo poderoso ruggito e al 55′ trova la via del pari con Scielzo che in spaccata, anticipa la difesa bianca dormiente e mette dentro per l’1-1. Dal 60′ in poi la stanchezza per gli uomini di Liquidato inizia a farsi sentire. Ne potrebbe approfittare il Savoia che fino ad ora sembrava aver dimenticato la testa negli spogliatoi. Al 63′ Fava si divora il gol del vantaggio, ma sulla sua strada trova un super Avino. Il portierone bianconero diventa, col passare dei minuti, il nemico numero uno per i bianchi, che vogliono chiudere al più presto la faccenda, facendo valere tutta la loro supremazia qualitativa. La superlativa prestazione dell’estremo difensore nolano però, non accentua a spegnere gli effetti desiderati dai suoi supporters. Anzi, dalle sue parti viene eretto un muro invalicabile di maglie gialle, che per ben quattro occasioni il neo entrato Esposito (per il Savoia) insieme ai suoi compagni di reparto, non riesce a sfondare.

SUPPLEMENTARI. Siamo ai secondi trenta minuti di gioco, dove la stanchezza inizia ad incombere anche sul Savoia. In soccorso ai bianchi però arriva Scielzo che perde la testa, rifilando una gomitata volontaria a Del Prete in corsa e viene così allontanato dal direttore di gara. Prima del fischio che conduce il verdetto definitivo ai calci di rigore, Allocca insacca di testa. Ma è tutto fermo: la traiettoria della palla è nella direzione di De Rosa che occulta il raggio visivo di quel “maledetto” portiere. La sua posizione non può risultare ininfluente agli occhi dell’arbitro e dunque il gol viene invalidato. Fabiano dovrà rassegnarsi ai calci di rigore che suonano come una colazione in un deserto per gli uomini di Liquidato. Ma la storia di questa partita passerà in maniera inaspettata dai pensieri stravaganti di Mister Fabiano per i bianchi, nello stravolgere le carte. Fuori il portiere Pezzella, dentro il suo vice, Gallo, nonchè più esperto nel reggere le pressioni che può trasmettere una sequenza come la lotteria dei calci di rigore.

RIGORI. Tensione alle stelle da una parte e dall’altra. Da ambo le fazioni si avverte ancor più il sentore e l’importanza della posta in palio. In particolar modo per il Nola che è riuscito nell’intento di tenersi nuovamente aggrappato all’insperato ultimo atto di una fase ad eliminazione diretta nella medesima competizione. Ed è proprio in questo punto che l’estremo difensore del Savoia, toglie la scena al suo dirimpettaio avversario. La sequenza del tiro dagli undici metri riserva amarezze solo all’inossidabile Caso Naturale (traiettoria sulla traversa), poi a sbagliare è solo il Nola, ipnotizzato dall’istinto di gattopardo di Gallo, che a sua volta regala il match point sui piedi del suo compagno di squadra Riccio, che freddissimo, realizza il definitivo 5-3 per il Savoia. Cala dunque il sipario al “Marcello Torre” di Pagani, il Savoia si aggiudica la Coppa Italia d’Eccellenza e Promozione, sfilando a festa sotto il settore “distinti”, occupato interamente dai beniamini bancoscudati. Cori ed inni all’atto della premiazione, accompagnati dalle note musicali del “We Are The Champions” de i Queen, che sanciscono l’irrefrenabile gioia per il primo trofeo stagionale di una cavalcata trionfale.