In risposta alla celebre opera di Samuel Beckett (Aspettando Godot), simbolo del teatro dell’assurdo, sinonimo di una situazione in via di sviluppo ma di improbabile realizzazione, a Napoli Godot arriva, e si prende tutte le rivincite del caso. Il ‘Godot partenopeo’ si chiama Marek Hamsik, capitano da salvare (e coccolare) di questo Napoli; è proprio lui, insieme al bomberone colombiano Zapata il protagonista del monday-match di Fuorigrotta con il Sassuolo.
Ordine, cinismo e unione d’intenti – spalla a spalla – come insegna Don Rafè: il Napoli impara la lezione e, dopo i tre schiaffi del Barbera, si rimette in corsa; Sassuolo battuto 2-0 e il passo falso di Palermo è già un lontano ricordo. La copertina di questa (meritata) vittoria sui neroverdi emiliani non può che essere dedicata a loro due, Duvàn Zapata e Marek Hamsik. Il margine dalla Roma afflitta da “pareggite” è ridotto a soli tre punti, e la lotta al secondo posto è quanto mai aperta.
Gara equilibrata nel primo tempo, col fortino emiliano che regge bene gli attacchi azzurri, ma nulla può con la sfortuna: perde Antei dopo appena 11′ e l’ex più atteso, il vecchio capitano azzurro Paolo Cannavaro, costretto ad abbandonare il terreno di gioco al 20′ per uno stiramento alla coscia sinistra; bellissima l’ovazione dedicatagli all’uscita dal campo dai tifosi partenopei. Un paio di chance del Napoli con Hamsik e Zapata e un bel tiro di Berardi per il Sassuolo danno un tocco di colore ad una prima frazione senza spunti.
Nella ripresa gli uomini di Benitez trovano convinzione ed anche i gol, con gli uomini più attesi; il muro emiliano lo abbatte Duvàn, con caparbietà e potenza, Marek con tecnica e destrezza. C’è tempo anche per un’espulsione-lampo (5 minuti e mezzo) a Mertens, reo di aver commesso un ingenuo fallo a Manganelli, e di un intervento prodigioso e salva-risultato del confermato Mariano Andujar sullo stesso capitano del Sassuolo. 2-0 il finale, Godot è arrivato, e con lui anche la viva speranza di agguantare il secondo posto.
foto: rete
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