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La Juve non sa perdere, il Napoli è un fiammifero. Top e flop della partita

La Juve non sa perdere, il Napoli è un fiammifero. Top e flop di Juventus-Napoli 3-1

Juventus-Napoli è un clasico, un clasico del nostro calcio. Una battaglia campale di una diversità che sfiora appena il terreno verde. Una partita che a suon di epiteti, slogan e sfottò – ormai, ahinoi, abituali – fa risuonare vecchie e ambigue questioni socio-politiche. Da nord a sud, andata e ritorno. Marchesi con la tuba, Pulcinella e i suoi segreti (innumerevoli bellezze e mille contraddizioni). La Fiat, il Mezzogiorno dal glorioso passato borbonico. Pragmatismo e morfismo. Inutile nascondersi, Juventus-Napoli è “la partita”. Lo scorso aprile, la partita all’Allianz Stadium e quel salto vincente di Koulibaly hanno quasi fatto traballare ogni certezza di vittoria juventina. Poi sappiamo com’è andata a finire. Ma questa è un’altra storia. Come detto in precedenza, la gara già promette scintille in contesti normali, figuriamoci quando alla settima giornata un match del genere ha già il sapore di uno spareggio per la prima posizione. Ospina, Hysaj, Albiol, Hamsik e Callejon tornano titolari; Ancelotti poi punta sul belga Mertens a discapito di Milik, nonostante la doppietta nell’uscita infrasettimanale al Parma. Allegri ha annunciato sette titolari alla vigilia, il resto prevede Cancelo sulla corsia destra, Emre Can in regia, Dybala sulla trequarti e Mandukic-CR7 a formare il tandem offensivo. Dal Napoli qualche risposta è arrivata: è sicuramente una squadra in salute che sta trovando nuove certezze. Il Napoli camaleontico che non pettina le bambole, che gioca veloce e incisivo dura come un fiammifero però, per poi riaccendersi a intermittenza, anche in dieci (Rui espulso). La Juve ne ha palesato le lacune con una vera prova di forza portando a casa l’intera posta, dopo l’illusorio vantaggio di Mertens. I bianconeri, trascinati da un ottimo Cristiano Ronaldo (autore di due assist), prima pareggiano con Mario Mandzukic, poi passano in vantaggio sempre con il croato, chiudendo i conti con il centrale difensivo Bonucci. I cori di scherno dei tifosi di casa fanno da preludio al triplice fischio del signor Banti. Nulla è perduto. C’è ancora troppo calcio da giocare, tanta strada da percorrere. E non sono ammessi crolli umorali.

NAPOLI

OSPINA 5: una prodezza su Ronaldo, poi crolla. Guardingo, sospettoso. Passivo.

HYSAJ 4: gioca a destra e a sinistra, dopo l’espulsione di Mario Rui. Male ovunque. Con Alex Sandro e CR 7 (e poi con Cancelo) c’è da ballare. Era difficile, si sapeva. Ma lui neanche ci prova.

ALBIOL 6: anche lui, come tutta la difesa, cede alla volontà di Ronaldo di cominciare a giocare mentre la sua squadra fatica a concretizzare ciò che costruisce.

KOULIBALY 5.5: spesso si lancia all’assalto, a testa bassa. Facendo più che altro confusione. Lui, che è stato l’eroe dell’ultima uscita da queste parti.

MARIO RUI 5: sul piano dell’impegno merita un applauso. Ma è ingenuo a prendere le due ammonizioni che gli costano la doccia anticipata.

HAMSIK 5: gioca in punta di piedi, con le infradito quasi. Tra i molti errori di misura c’è il passaggio che espone i suoi al contropiede dal quale nasce il gol del pari di Mandzukic. Dovrebbe produrre gioco, ma resta schiacciato.

70° FABIAN RUIZ 5.5: entra per lo slovacco. Ha corsa e personalità, anche se spesso si incaponisce nel dribbling.

ALLAN 6.5: in pratica tiene su la mediana da solo, visto che Hamsik e Zielinski non trovano quasi mai le coordinate. Ha corsa e resta lucido oltre soglia, nella fatica.

ZIELINSKI 5.5: macina chilometri, ma dovrebbe rischiare qualcosa in più nelle giocate individuali. Invece finisce per fare il soldatino, che non tradisce ma neppure incanta.

61° MALCUIT 6: la testa gialla dell’effervescente franco-marocchino si fa subito notare. Ancora. E le certezze di Hysaj scricchiolano. O almeno dovrebbero.

CALLEJON 6: apre gli spazi in modo intelligente. Appoggio continuo, in manovra ed in fase di non possesso, una caramella per Mertens e un urlo di gioia strozzato in gola (da un provvidenziale Szczesny).

MERTENS 6: ha fatto il gol, e non tanto altro. Senza fissa dimora, va spesso a schiantarsi contro il muro bianconero.

61° MILIK 5.5: l’eroe di mercoledì scorso non incide. Più cattiveria, prego.

INSIGNE 5: il Re Mida della gestione Ancelotti si inceppa allo Stadium. Ha guidato l’attacco azzurro nelle ultime uscite, riesce a creare pochissimo contro Ronaldo &co. Svagato e naif.

ANCELOTTI 6: continua la sua tradizione negativa contro la Juventus, che allenò per due stagioni (e due secondi posti) e che mai ha amato. I bianconeri sono la sua bestia nera e lo score è negativo: 6 vittorie, 12 pareggi e 9 sconfitte. Avrebbe voluto invertire subito questo trend ostile: i suoi ci hanno provato, ma non hanno affondato il colpo.

JUVENTUS (4-3-1-2) – SZCZESNY 6; CANCELO 6.5, BONUCCI 6, CHIELLINI 6.5, ALEX SANDRO 5.5; PJANIC 6.5, EMRE CAN 6 (62° BENTANCUR 6), MATUIDI 6; DYBALA 6 (64° BERNARDESCHI 6); MANDUZKIC 8 (83° CUADRADO sv), CRISTIANO RONALDO 7.5. All: M. ALLEGRI 7.

Foto: rete internet