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Llorente, Insigne e Ruiz annientano il Lecce. Cambiano gli interpreti, non cambia l’emozione

Llorente, Insigne e Ruiz annientano il Lecce. Cambiano gli interpreti, non cambia l’emozione

Sulle ali dell’entusiasmo. E i ruggiti sono ancora forti. Quella del “Via del Mare” è una sfida davvero appassionante, con due squadre caricate dalle precedenti sfide giocate. Il Napoli arriva in Salento dopo due performance brillanti, il neopromosso Lecce è reduce da un’impresa sul campo del Torino. In questo squarcio (bellissimo) del sud, Ancelotti dà spazio al turnover, con sei personaggi in cerca d’autore e una batteria d’attacco pesante: Milik-Llorente ai nastri di partenza. E poi c’è Ospina, Malcuit, Maksimovic, Elmas. Come da titolo, cambiano gli interpreti, ma il copione resta sempre lo stesso. Avvio equilibrato, quando il rientrante Mancosu spaventa il colombiano Ospina prima della mezz’ora; la squadra azzurra alza i ritmi e risponde ai successi conquistati ieri da Juventus ed Inter, imponendosi a Lecce con un perentorio 1-4. Protagonista del match è il centravanti ex Juve Fernando Lllorente, già decisivo in Champions: doppietta per il gigante basco, che apre e chiude il match. In mezzo, i ragazzi vestiti d’azzurro segnano anche con capitan Insigne (rigore parato, ripetuto e segnato) e con un meraviglioso mancino di Fabian. Sarà Mancosu, sempre dal dischetto, a griffare la rete della bandiera giallorossa.

NAPOLI

Ospina 6: si sporca i guantoni su Mancosu, si ripete nella ripresa parando in maniera prodigiosa un tiro di Majer. Nel prosieguo dell’azione abbandona i pali e travolge Farias. Risultato? Punito per eccesso di foga. Sarebbe stato un ritorno coi fiocchi, paga la sua ingenuità in occasione del penalty leccese.

Malcuit 6: l’impressione è che butti via delle occasioni, specie nel primo tempo. Gli spazi ci sono e lui li cavalca, ma gli fa difetto il tocco. Scavallante e impreciso.

Maksimovic 6.5: ha occhio e rapidità. E arriva ovunque. Anticipo e garra.

Koulibaly 6.5: respinge tutto ciò che arriva, è la calma che si impone nel caos, un porto sicuro.

Ghoulam 6: si presenta con autorevolezza, una percussione frontale chiusa da un tiro potente. Non mantiene quel che promette, ma insomma, il decatleta algerino ci mette impegno.

Fabian 7: la conclusione a giro che vale il provvisorio 0-3 per i suoi è un’opera immaginifica. Reversibilità fatta giocatore.

Zielinski 5.5: tende all’anonimato. Forse le consegne di Ancelotti sono rigide e non gli consentono estrosità particolari. Lo si nota in contrasto, meno negli inserimenti.

Elmas 5.5: sui risvegli intermittenti di Falco è il più insofferente degli azzurri. Arretra, rincorre, sbuffa e al dunque cede.

74° Callejon 6: è la prosecuzione di Ancelotti in campo. Su quest’asse, il Napoli si bilancia e si tiene in equilibrio.

Insigne 6.5: soporoso per un tempo e generoso dopo il gol. Sprinta e gioca, dopo aver tirato una ciabattata su penalty, fortunatamente ripetuto. E realizzato.

Milik 5.5: il generoso Arek. Prova alla Ciccio Graziani vecchia maniera: quantità industriali di pressing alto e riposizionamenti. Non è il massimo, ma era all’esordio.

73° Lozano 6.5: una turbina continua. Bambola assassina, la guaina resta chiusa.

Llorente 7.5: non è solo bello, evidentemente. Di testa lo ferma Gabriel, di piede lo fulmina. Due volte. Bomber di razza.

87° Luperto sv: torna a fare una sgambettata a casa sua.

Ancelotti 7: trova continuità anche con chi ha giocato meno. La squadra ha una mentalità precisa, tutti viaggiano sulla stessa linea. La sua.

LECCE (4-3-3) – Gabriel 6; Rispoli 4.5 (70° Benzar 5), Lucioni 5, Rossettini 5, Calderoni 5; Majer 5.5, Tachtsidis 4.5 (46° Petriccione 5.5), Tabanelli 6; Falco 6 (65° Lapadula 5.5), Mancosu 6.5, Farias 5.5. All.: Liverani 5.

foto: GettyImages