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Raffaele Grimaldi, alfiere dei neopianisti-filosofi, torna con “Vertigo”

slide55Raffaele Grimaldi, alfiere dei neopianisti-filosofi, torna con “Vertigo”

Disponibile dal 22 maggio, la terza creatura estratta dall’affascinante progetto “An image of eternity”. Si chiama “Vertigo”, ed è un brano che si distanzia nettamente dalle atmosfere generali del disco di Raffaele Grimaldi; il pezzo, dal carattere ampiamente virtuosistico, prende spunto da una riflessione di Milan Kundera, oltre a rappresentare un preciso momento autobiografico dell’artista, che ha tenuto a trasmettere quasi “di getto”. “La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura – afferma Grimaldi, attraverso le parole di Kundera -. La musica che scrivo – continua – non vuole raccontare storie, intendo storie altre, fatte di fantasie immaginifiche. Il mio nuovo singolo, però, rappresenta un momento della mia vita che ho tentato di tramandare annotando di getto la musica sulla partitura”.

An-image-of-eternity-e1494177595951L’ALBUM – Più che un disco, “An image of eternity” è la trasposizione di un sogno quasi ventennale, un autentico miracolo sonoro del compositore Raffaele Grimaldi. Originario di Siano (Sa), classe 1980 e cresciuto in Svizzera dove ha intrapreso gli studi musicali, Grimaldi si è successivamente diplomato in pianoforte e composizione presso il conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, perfezionandosi poi all’Accademia Nazionale “Santa Cecilia” di Roma e l’Ircam di Parigi con il massimo dei voti. Vincitore e segnalato da molti concorsi nazionali ed internazionali di pianoforte e composizione, coltiva da sempre con particolare interesse anche le arti della pittura, della poesia e della filosofia. Il suo è stato un percorso che ha fatto della sperimentazione e della ricerca incessante il superamento dei confini dei generi apparentemente estranei alla sua formazione accademica. Un trionfo sinergico di emozioni eterogenee, determinato da due caratteristiche all’apparenza agli antipodi: alla “vecchia” staticità legata ad una visione immobilistica dell’Essere, Grimaldi ha associato un dinamismo musicale che si basa sulla ricerca dell’avanguardia. L’ultimo lavoro potrebbe far breccia proprio a questo filone di ascoltatori. Registrato negli Studios de Meudon di Parigi per l’etichetta indipendente Blue Spiral Records, “An image of eternity” è stato concepito in 15 tracce, composte tra il 1999 e il 2015, in modo trasversale: i modelli di varia provenienza, sia culturale che geografica e – soprattutto – di genere, hanno permesso al suo modo di pensare la musica di evolversi verso spazi espressivi differenti. Sembrano percorrere il pensiero illuminato degli studi del musicologo Theodor Adorno e la polifonica dedizione dell’austriaco Arnold Schönberg; influenzato indubbiamente (e benevolmente) da Ligeti, Stravinski e Grisey, senza disdegnare altre oasi musicali come Radiohead, Beatles, Keith Jarret, Pink Floyd, Led Zeppelin e Frank Zappa. E poi la poeticità descrittiva degli scrittori avanguardisti e dalla sorprendente capacità di artisti visivi, come fotografi o video artisti, di vedere forme in sintonia con luce e ombra. Senza dimenticare un approccio accademico allo spartito, immaginando quanto messo su carta come la trasposizione su un pentagramma della filosofia tanto cara al compositore campano. “Mi piace pensare alla musica come qualcosa di eterno – spiega Grimaldi –. La storia di questo album inizia molto tempo fa, quando avevo poco più di 18 anni: ho voluto immaginare una raccolta che comprendesse brani che, con tutte le loro debolezze, raccontassero frammenti della mia vita. Un viaggio spazio-temporale in cui ho messo a nudo me e le mie fragilità, che vogliono proiettare l’ascoltatore in una dimensione intima ed infinita, appunto come se fosse un’immagine, per l’appunto, di eternità”. In questi anni, Grimaldi si è guadagnato la giusta attenzione di media e pubblico con silenziosa e raffinata discrezione, cercando – come già accennato in precedenza – un’avanguardia musicale di respiro internazionale. E la verità, la giusta dimensione che sta come sempre nel mezzo, che non è un compromesso, bensì una legittima constatazione di equilibrio, di crescita, stavolta è anche ricerca introspettiva. L’inizio di un nuovo viaggio dentro se stessi, che racchiude la raccolta di frammenti lasciati a fermentare forse un po’ troppo, ed altri ripresi quasi di getto. Scusate il ritardo, Raffaele Grimaldi è sempre stato qui, se non ce ne siamo accorti si è sempre in tempo per (ri)scoprirlo con i lavori precedenti.

 

 

NOTE SUL DISCO 

Registrato presso gli Studios de Meudon di Parigi

Registrato e masterizzato da J. Bassères

Per la registrazione Grimaldi ha suonato su un pianoforte gran coda da concerto Fazioli (F278)

Disco realizzato con il supporto della Quadrifoglio Distribuzioni s.r.l.

Foto del booklet: Alexandra Catiere, Chiara Ricci

Realizzazione video: Urania film – Francesco Ybris Salvati

Direttore artistico: Roberto Grimaldi

Managemente: Italia Buccino

Traduzioni: Fabiana Improta

Prodotto e distribuito dalla Blue Spiral Records

In copertina “Covariance” di Raphaël Dallaporta & Alexandre Brouste.