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Rugby: Intervista ad Antonio Liguori – Delegato Provinciale Salerno

Ultimo appuntamento con il giro d’interviste dedicate ai delegati provinciali della Campania. Dopo aver conosciuto tutti i dirigenti che curano i rapporti con le province ovali del Comitato Regionale Campano FIR, si chiude con Salerno questa lunga panoramica che ha consentito di mettere in luce il lavoro dei fiduciari nella nostra regione.

La palla passa tra le mani di Antonio Liguori, storica figura del rugby salernitano alla sua settantacinquesima primavera, di cui oltre cinquanta dedicate con passione a tutte le sfaccettature del rugby: prima giocatore per venti anni, poi allenatore di diverse squadre ed in seguito Tecnico Provinciale. Negli ultimi anni è arrivata infine l’investitura da Delegato Provinciale di Salerno a suggellare una carriera di tutto rispetto. Da pochi mesi ha iniziato il suo attuale mandato relativo al quadriennio olimpico 2016-2020.

Quali prospettive nell’immediato futuro per il rugby salernitano, Antonio?
“Il nostro è uno sport che per svilupparsi ha bisogno a qualsiasi livello di un concreto punto fermo fondamentale, rappresentato dal campo da gioco. Una struttura adeguata consente di poter gestire al meglio l’attività agonistica e l’immediato contorno che può portare tanto interesse al movimento. Con la preziosa collaborazione di alcuni dirigenti delle squadre salernitane sto cercando di creare nella periferia salernitana di Calvanico una location che diventi punto di riferimento per tutte le squadre della zona. Purtroppo la problematica strutturale per noi è annosa e radicata nel tempo: già nei lontani anni Sessanta fummo costretti ad emigrare dallo storico stadio Vestuti a causa della promozione in serie B della squadra di calcio della Salernitana, peregrinando per tanti, troppi anni lontano dalla nostra città. Giocavamo in casa, si fa per dire, a Napoli, Bagnoli, Pontecagnano, Battipaglia, Giffoni; il che ha inevitabilmente provocato un graduale impoverimento del movimento rugbistico nostrano. In una realtà giovanile cittadina e provinciale soffocata dal calcio, nel tempo si è fatta sentire la mancanza di una casa che consentisse ai nostri giovani di frequentarsi anche dopo le attività agonistiche”.

Ci sarà quindi tanto da lavorare nel reclutamento: in che modo intendi agire?
“Con la fondamentale collaborazione ed il costante impegno di alcuni lungimiranti dirigenti locali, che ringrazio per il contributo che mi danno quotidianamente, sono stati attivati diversi enti scolastici in questi ultimi anni. Devo ammettere che abbiamo però trovato un po’ d’intoppi legati all’alternarsi dei dirigenti scolastici nella maggioranza degli istituti, ma siamo comunque alla ricerca costante di nuove scuole da iniziare al rugby. In ogni modo va fatta una profonda riflessione per il settore scolastico, in quanto servirebbero su questo fronte degli incentivi importanti dato che spesso abbiamo difficoltà nel lavoro di promozione e propaganda a causa principalmente della scarsa presenza di docenti di scienze motorie competenti del nostro sport”.

Su questo i club potrebbero fare tanto: in che direzione sta rimbalzando l’ovale a Salerno?
“Come già detto, le consistenti difficoltà legate alle strutture sono il più grande freno alla nostra crescita. Nonostante ciò va detto che il movimento provinciale è comunque vivo, anche se probabilmente fin troppo frastagliato a mio avviso. Infatti mi sto adoperando per avviare un’azione immediata con effetto a breve termine: sto cercando di ricomporre le diverse fazioni del rugby salernitano, al fine di evitare ulteriori dispendi di risorse economiche e tecniche che hanno caratterizzato gli ultimi anni”.

Foto e fonte: C.R. Comitato Campano Rugby / Gianclaudio Romeo