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Sanità, Professoressa Triassi (AOU Federico II): “Nessuna emergenza blatte e formiche negli ospedali a Napoli. Abbiamo gli strumenti per evitare le criticità”

NAPOLI. Le immagini che hanno fatto il giro del mondo, quelle dei casi di formiche e blatte presenti in alcuni nosocomi napoletani, stanno minando ingiustamente la reputazione di tanti ospedali della città che invece si distinguono per efficienza e professionalità nella cura dei pazienti. In attesa dell’esito delle indagini della Procura abbiamo fatto alcune domande alla Professoressa Maria TriassiDirettore del Dipartimento di Sanità Pubblica e Farmacoutilizzazione presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Federico II  di Napoli partendo proprio dall’annosa questione che da giorni sta tenendo banco sulla sanità Campana:

“Casi formiche e blatte? Le ipotesi sono tante, si possono ipotizzare due strade. La prima è quella che porta al tentativo di sabotaggio da parte di qualcuno o addirittura di una bravata. Entrambi gli scenari di questa fattispecie sarebbero gravi e difficili da comprendere. La seconda strada porta alla negligenza degli addetti ai lavori, ipotesi remota che potrebbe far pensare a qualche nido di infestazione. Credo però che questo scenario sia molto improbabile perchè è difficile immaginare che una ditta di disinfestazione non conosca i mezzi per debellare questi animali. Quindi l’ipotesi più probabile resta quella dell’ingresso esterno. E’ un peccato perchè questi episodi non fanno altro che macchiare tutto il sistema polarizzando l’attenzione su un fenomeno assolutamente marginale ma che rischia di far classificare in modo errato il lavoro di migliaia di operatori che invece danno il meglio di loro per curare i pazienti”. In passato anche da voi ci sono state emergenze da fronteggiare? “Qualche anno fa abbiamo riscontrato la presenza di qualche insetto e di qualche situazione igienico sanitaria non del  tutto idonea, però da noi abbiamo una filiera che parte dai controlli ambientali che ci porta a fare parecchie ispezioni grazie ad una sinergia tra direzione sanitaria e dipartimento di igiene. In questo modo riusciamo a riscontrare in tempo reale le inidoneità mettendo in essere una serie di misure correttive che sono per esempio delle linee guida che noi condividiamo con i caposala e con i primari dei reparti in modo da non fare esplodere determinate situazioni che potrebbero poi allargarsi a macchia d’olio”. Nello specifico come vi muovete per evitare problemi? Abbiamo istituito delle check list che consistono in delle domande a cui i caposala o gli infermieri preposti alla sterilizzazione devono rispondere in merito a tutta la filiera della sterilizzazione stessa, a cominciare dalla pulizia dei ferri a continuare con la loro decontaminazione e poi con la sterilizzazione e la conservazione. In sintesi noi chiediamo a coloro che sono preposti a queste attività di firmare che effettivamente queste attività sono state fatte. Dovendo firmare c’è maggiore attenzione che l’attività venga svolta in maniera corretta. Tornando al discorso delle blatte, penso che sarebbe importante agire sulla rete fognaria e sui tombini ad inizio marzo quando si depongono le uova facendo tre interventi ravvicinati di 15 giorni sui tombini e sulle fogne per evitare che possano diffondersi”. Quindi ci sono dei periodi dell’anno che presentano maggiori criticità? “Sicuramente le stagioni  primavera-estate sono quelle a maggiore rischio infestazioni, tant’è vero che noi abbiamo la ditta che si occupa delle disinfestazioni che inizia questo lavoro a marzo in modo tale da fare dei cicli di intervento di 15 giorni per restare tranquilli nei mesi di maggiore criticità”.