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Scusate il ritardo – La nona si suona a Marassi. Mertens è matto e solitario, Genoa mai domo

Scusate il ritardo – La nona si suona a Marassi. Mertens è matto e solitario, Genoa mai domo

Obiettivo: controsorpasso in vetta e ritrovare il dolce sapore di una vittoria. Il successo dell’Inter sulla Sampdoria costringe gli uomini di Maurizio Sarri a continuare la striscia positiva che arriva da lontano. Decide ancora Marassi, un anno dopo. Genoa-Napoli vale il primato, momentaneo certo, ma dà adrenalina e fiducia ad un gruppo che ha tutta la voglia di portare a casa un trofeo. Come la stagione scorsa, il Napoli – invero – si presentò al cospetto degli amici genoani da primo della classe, ma ha sbattuto il muso contro Perin, un arbitraggio alquanto mediocre e una Juventus famelica che, dopo aver battuto il Cagliari, ha gettato le basi per il sesto scudetto di fila. Stavolta c’è una sottile differenza: il Napoli questo primo posto proprio non vuole mollarlo; la condizione di inseguitore mai avvertita in questo primo scorcio di stagione, la voglia di ribadire un salto di qualità che è reale, soprattutto in termini di personalità e consapevolezza del proprio operato. Detto, fatto. Più facile a dirsi che a farsi, certo, ma è la pura verità. Il Napoli porta a casa tre punti di platino sul campo del gemellato Genoa e torna in vetta alla classifica in solitaria. Il Grifone passa subito in vantaggio con Taarabt che scatta sul filo del fuorigioco e incrocia col destro un pallone velenoso che sbatte sul montante più lontano della porta di Reina. La reazione azzurra è veemente: Mertens si carica la squadra sulle spalle e con due gol splendidi ribalta il match. Punizione favolosa a fil di palo, dove Perin non può fare altro che raccogliere il pallone dal sette; la rete che gli vale la personale doppietta è un vero e proprio capolavoro, mix di velocità, intelligenza e tecnica sopraffina: lancio col contagiri di Diawara, stop volante del belga che, in un battibaleno, fa un gioco di prestigio e buca con astuzia l’incolpevole estremo rossoblu. La ripresa viaggia sulla falsariga del primo tempo, arriva anche il terzo gol azzurro dove ancora c’è lo zampino di Mertens con la complicità di Zukanovic (sfortunata deviazione nella sua porta per salvare un’eventuale battuta a rete di Callejon). Il Genoa si dimostra mai domo, con generosità si spinge in avanti e trova pure il gol della speranza (in gol l’ex Izzo), ma nulla può contro un Napoli sempre più furbo e cosciente. Che ha finalmente trovato se stesso. De André affermava che “essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari”. Ed anche del Napoli, aggiungiamo noi. Faber lo consentirebbe.

NAPOLI

REINA 6: le parate su Laxalt e un quasi autorete di Rog gli valgono la piena sufficienza, perché si oppone come deve. Sui gol poche responsabilità.

HYSAJ 5.5: suo il peccato originale, la “ciccata” che dà semaforo verde a Galabinov per servire Taarabt. Cerca di rimediare con tanta corsa, sacrificio ed anche qualche incursione in avanti.

CHIRICHES 6.5: solito Vlad, che sbroglia con eleganza scabrose situazioni.

KOULIBALY 6: argina bene il Genoa, ma sembra un po’ svagato. Nostalgia di Albiol? Chissà. Fatto è che K2 regala prestazioni monstre (solo) accanto all’ex Real.

GHOULAM 5.5: un primo tempo positivo, ripresa un po’ così, a guardar gli altri giocare. Poche sovrapposizioni, non è catatonico, ma neppure atomico.

DIAWARA 6: meno ragioniere di Jorginho, è regista atipico e nella calca si esalta. Non tira mai il piede (fioretto e sciabola al tempo stesso) indietro. Mai.

ZIELINSKI 6.5: non lo vedi molto, ma quando si mostra fa paura al Genoa. È ovunque ci sia bisogno e sfiora il gol in più occasioni.

HAMSIK 5.5: ha corso, si è impegnato, ha ricoperto più ruoli nella sua zona di competenza. Tuttavia, ha fatto anche confusione.

dall’81° ALLAN sv

CALLEJON 5.5: dietro si ammazza, in attacco fatica un po’ contro i grifoni. Allarga e stringe ad intermittenza. Deve rifiatare…

dal 71° ROG 5.5: vivace nell’uno contro uno, nello smarcamento e nella lucidità di passaggio. Meno sul fronte difensivo, dove addirittura sfiora un clamoroso autogol (attento Reina).

INSIGNE 6: non è stato facile giocare contro la voglia di rivalsa dell’ex compagno Armando Izzo. A furia di correre qua e là si consuma, si sfinisce, ma porta a casa una buona partita (di sacrificio e grosso senso tattico).

dal 90° GIACCHERINI sv

MERTENS 7.5: viene da una carriera in salita. Fino ad un anno fa remava nel ruolo di comprimario di lusso di Insigne. Oggi è nella top 30 dei migliori al mondo candidati al Pallone d’oro, si inventa due gol da urlo e ne trova un altro con la fortuna che aiuta gli audaci. Che sfrontatezza, che personalità. Vai Dries.

SARRI 6.5: la rivoluzione sembra essere compiuta. Se prendi gol, ribalti e soffri dopo averne preso un altro, ma poi prendi per il collo (anzi, per la bandierina) l’avversario e lo metti a suo posto, significa che il Napoli ha svoltato. La sua squadra non è più una bella donna che si mostra, ammicca e aspetta. Il Napoli ora lotta e governa.

GENOA (3-4-3) – PERIN 6; ROSSETTINI 5.5, IZZO 6.5, ZUKANOVIC 5; LAZOVIC 5.5, BERTOLACCI 5.5 (83° PANDEV sv), VELOSO 5 (61° OMEONGA 6), LAXALT 6; L. RIGONI 5.5, GALABINOV 5 (63° LAPADULA 6.5), TAARABT 6.5. All: JURIC 6.

 

Foto: rete internet