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Tu quoque, Carlo, fili mi! Ancelotti strapazza Ranieri e blinda il secondo posto. Top e flop all’Olimpico

Tu quoque, Carlo, fili mi! Ancelotti strapazza Ranieri e blinda il secondo posto. Top e flop all’Olimpico

È un successo – e i motivi sono presto spiegati – che circa quarantamila anime abbiano preso parte in questo primo giorno di ora legale nel tempio calcistico della Città Eterna. Roma e Napoli erano protagoniste del derby del sud per il grande Gigi Necco, per Giampiero Galeazzi diventava derby del sole. Bei tempi. Un confronto che scaldava cuori, c’erano esodi di massa: serpentone delle auto sulla A1 che partiva da Capodichino e arrivava all’imbocco del raccordo anulare. Passione, unico leitmotiv di questo grande match. Nel recente passato, soprattutto dopo il tragico episodio che riguarda Ciro Esposito, l’allerta è sempre alta e gli appelli a ricucire uno strappo vissuto con amara ostilità dalle tifoserie attesta che i tempi non sembrano ancora maturi per una tregua, e quella di questo pomeriggio è un’altra gara su cui volteggiano timori e divieti. Ma sul campo no, il fascino non lo perde. Anche se a tratti sembra una partita di fine stagione tra due squadre che non hanno nulla da chiedere o da dimostrare, soprattutto per gli ospiti (che quasi potrebbero permettersi una gita nella capitale) la Roma del Ranieri bis ha urgente bisogno di punti. Il Napoli travolge i giallorossi e danza all’Olimpico, i quattro gol ne sono la prova lampante: sblocca Milik, pareggia Perotti su rigore; nella ripresa la squadra di quello che fu il “bimbo” di Roma Ancelotti prende il largo con le reti di Mertens, Verdi e Younes. Vittoria meritata e salutare. Secondo posto in cassaforte.

NAPOLI

MERET 6: si scalda correndo per i fatti suoi. Improvvisamente è ingenuo su Schick, e Perotti lo punisce dagli undici metri. A parte qualche intervento di ordinaria amministrazione, può godersi il sole romano (grazie anche alla traversa).

HYSAJ 6.5: ha riacceso il contachilometri e soprattutto il radar sintonizzato sugli avversari. Esce stremato.

68° MALCUIT 6: entra quando la gara ha preso una piega favorevole per i suoi. Fa il suo dovere.

MAKSIMOVIC 6.5: torna e mulina le gambe alla sua maniera, magari sgraziato ma efficace.

KOULIBALY 7: non è pomeriggio da straordinari, può permettersi di giocare spesso d’anticipo (e bene) per spegnere le voglie di Dzeko.

MARIO RUI 6.5: corre come un trenino sul binario mancino. Tocco di braccio maldestro in occasione del penalty, anche se verrà punita l’uscita sprovveduta di Meret. Per il resto, buonissima interpretazione di gara.

CALLEJON 7: martellante, asfissiante, ai limiti del pedante. Kolarov avrà il mal di testa.

ALLAN 6: cresce alla distanza, e dove serve c’è. Non è ancora il vero Allan, però.

FABIAN RUIZ 7: l’assoluto predominio nei territori di competenza, talento e personalità  che allontanano le preoccupazioni dei giorni scorsi. Ordine e profondità, controllo e assistenza. Cavallino rampante.

VERDI 7.5: leggete le note di cronaca con attenzione, troverete tracce di Verdi in tutti e quattro i gol. Rifinitore, marcatore, manovratore e passaggio di testimone. Si permette anche il lusso di sbagliare una rete.

74° AMIN YOUNES 7: semina subito il panico in area romanista e mette il sigillo del successo azzurro.

MERTENS 7: il gol è fortunato, deve solo appoggiare il pallone in rete. Prima e dopo la solita illuminata regia d’attacco. Esce per un problemino da valutare.

58° OUNAS 6: continua a giocare partite tutte sue, stavolta più attivo che egoista: è che non lo capiscono, o fa poco per farsi capire?

MILIK 7: gol immaginifico per costruzione e finalizzazione: scavetto di Verdi per il polacco, carezza di tacco e insacca di forza. 19 gol stagionali per Arek, e parte del merito va attribuita al suo allenatore, che gli ha subito dato spazio e fiducia.

ANCELOTTI 7.5: si prende beffa di quella squadra che gli è rimasta nel cuore e che gli ha dato modo di crescere come giocatore e come uomo giocando al fianco di grandi campioni come Falcao, Conti, Pruzzo e Di Bartolomei. Come il suo mentore Nils Liedholm è stato glaciale, non ha pensato ai sentimenti. E i suoi ragazzi hanno dominato in lungo e in largo un match senza storia. Chi semina bene, raccoglie…

ROMA (4-3-3) – OLSEN 4.5; SANTON 5, MANOLAS 6, FAZIO 4.5, KOLAROV 5; CRISTANTE 5.5, DE ROSSI 5 (82° KLUIVERT sv), NZONZI 5.5; SCHICK 5 (63° ZANIOLO 5.5), PEROTTI 6 (83° UNDER sv), DZEKO 6. All: RANIERI 5.

Foto: rete internet