Istat: Italia in recessione. Allarme lavoro: disoccupazione giovanile al 42,9%

Sempre peggio la crisi italiana, cronica e spaventosa la situazione lavorativa. Secondo l’Istat nel secondo trimestre l’economia del 2014 si è contratta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, rivista la stima sul pil tendenziale del 6 agosto da -0,3% a -0,2%, che in ogni caso rimane negativa. Con il primo trimestre chiuso a -0,1% l’Italia è di fatto in recessione. Per la prima volta da oltre 50 anni (era il settembre 1959) la critica situazione anche se all’epoca l’economia italica era in forte crescita. A differenza di quanto sta accadendo in questi anni. Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo misurato dall’Istat nelle prime stime ha segnato un calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (era +0,1% a luglio). In questo pessimo mese di agosto risulta in deflazione anche il cosiddetto carrello della spesa, ovvero l’insieme dei beni che comprende l’alimentare, i beni per la cura della casa e della persona. Il ribasso annuo è infatti pari allo 0,2%, anche se in recupero rispetto al -0,6% di luglio. Ma non finisce qui, i dati negativi riguardano anche la disoccupazione che torna a salire: sempre secondo i dati (ancora provvisori) dell’Istituto di Statistica a luglio si passa al 12,6, dato in rialzo di 0,3 punti percentuali su giugno e di 0,5 punti su base annua: nel mese di luglio gli occupati scendono dello 0,2% rispetto a giugno, in calo di 35mila unità. Riduzione anche su base annua, con un ribasso dello 0,3% (-71mila). Quasi come naturale conseguenza aumenta a luglio anche il numero di disoccupati: nello scorso3,22 milioni, il 2,2% in più rispetto a giugno (+69.000) e il 4,6% rispetto a luglio 2013 (+143.000). Disoccupazione giovanile: il tasso di disoccupazione dei giovani nella fascia che va dai 15 ai 24 anni a luglio è pari al 42,9%, in calo di 0,8 punti percentuali su base mensile, ma in rialzo di 2,9 punti nel confronto annuo. L’Istat aggiunge che sono in cerca di un lavoro 705 mila under25. L’Italia è sempre una Repubblica fondata sul lavoro?

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