La commissione Urbanistica, presieduta da Teresa Caiazzo, si è riunita oggi, con la partecipazione dell’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, per discutere della situazione di Bagnoli. L’assessore, pur sottolineando la necessità di dover attendere la pubblicazione del decreto cd. Sblocca Italia che conterrà, tra l’altro, le decisioni del Governo relative a Bagnoli, ha svolto una serie di considerazioni generali che esprimono una grave preoccupazione rispetto allo scenario che, sulla base delle bozze disponibili, sarebbe disegnato dal decreto.
Innanzitutto, ha spiegato Piscopo, vengono messi in crisi i rapporti istituzionali e i diritti costituzionalmente garantiti agli organi di governo locale, con il Consiglio comunale cittadino sostanzialmente espropriato delle competenze in materia urbanistica. L’ultimo testo diffuso, in particolare, attribuirebbe un ruolo molto importante al Presidente della Regione, modificherebbe la definizione del sito di Bagnoli- Coroglio da sito di interesse nazionale a comprensorio, farebbe riferimento a programmi di riqualificazione urbana e non alla progettazione e conferirebbe all’ente attuatore la proprietà dei suoli, di proprietà del Comune di Napoli. Uno scenario assolutamente non condivisibile, oltre tutto, non si innesta in un quadro di inerzia dell’Amministrazione, ma arriva a seguito di una serie di azioni che, a partire dall’ordinanza “chi inquina paga”, hanno visto l’Amministrazione elaborare un percorso che è passato dalla delibera sulla proposta di variante per la modifica del PUA e del PRG che andasse nella direzione della valorizzazione degli indirizzi del piano e un lavoro per accompagnare all’Accordo di Programma quadro per la ricostruzione di Città della Scienza il protocollo bonifiche. Un insieme di azioni che non giustificherebbero, in conclusione, una scelta del Governo in senso espropriativo dei poteri dell’ente locale.
I consiglieri intervenuti al confronto hanno osservato: la contrarietà ad un piano che esproprierebbe i comuni dalla funzione fondamentale della tutela del territorio, ma la contemporanea necessità di dialogare con il Governo e di aprire un confronto con la città sulle scelte, anche nell’ottica più ampia della Città metropolitana (Antonio Borriello); che il Comune deve assumere una posizione forte rispetto a queste ipotesi di esautorazione dei poteri del Consiglio che, direttamente e attraverso le commissioni, ha sempre lavorato sui temi dell’urbanistica e delle trasformazioni urbane. La commissione, sin dal suo insediamento, aveva proposto la revisione del piano, la modifica della strumentazione e un nuovo progetto da condividere con la cittadinanza (Caiazzo); l’art. 51 del decreto concretizza un vero esproprio delle funzioni del Consiglio e dell’intero comune, che viene privato anche della proprietà dei suoli, e delinea una figura, quella del soggetto attuatore, con poteri enormi, da esercitare anche in deroga a tutti gli strumenti urbanistici e a qualsiasi vincolo sia urbanistico che paesaggistico. Un colpo di spugna rispetto al quale l’Amministrazione si è espressa con grave ritardo (Coccia); sembra che Bagnoli stia assumendo le caratteristiche di zona extra territoriale, e la responsabile del disastro è la società Bagnolifutura che ha agito con il consenso di tutti. L’impostazione del decreto, che attribuirebbe al soggetto attuatore la proprietà dei suoli e la potestà di decidere in droga alle previsioni esistenti, significherebbe l’attribuzione alla proprietà fondiaria del potere di elaborare una pianificazione urbanistica (Iannello); va ricordato che tutte le forze politiche hanno definito Bagnoli come un problema nazionale, e le proteste di oggi appaiono tardive in quanto l’Amministrazione ha spogliato da anni il Consiglio della potestà di decisione su Bagnoli, invocando solo ora, dopo i fallimenti accumulati, la partecipazione dei cittadini (Moretto). La commissione ha aggiornato la discussione in attesa della pubblicazione del decreto.
Il Capo ufficio stampa
Mimmo Annunziata