Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, in una lunga intervista al Corriere della Sera, ha tracciato un bilancio sulla sua esperienza come patron del club azzurro adesso pronto a dare inizio ad una nuova avventura con Sarri allenatore. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di WN24: “Il mio Napoli ha un rendimento altissimo, protagonista in Italia e in Europa” dichiara De Laurentiis che poi non si incupisce quando gli fanno notare la classifica finale della passata stagione: “Tutto giusto ma guardiamo la realtà: ho preso il Napoli nel 2004 e ho acquistato il nulla, non c’era più niente, nemmeno i palloni e le magliette. Ho dovuto rifondare tutto. Siamo arrivati in Champions, ecco perché le dicevo che siamo la realtà calcistica italiana che è cresciuta maggiormente a livello internazionale”. E ancora: “Perché ho preso il Napoli? Il cinema mi stava dando soddisfazioni enormi, anche a livello internazionale. Con l’opposizione e lo scetticismo di mio zio Dino ero sbarcato negli Usa e avevo vinto la mia scommessa. Il Napoli mi è sempre stato nel cuore. Allora, siamo nel 2004, il Napoli è fallito. Chiamo un banchiere, gli svelo la mia intenzione. Anche qui sono sconsigliato, ma l’interlocutore capisce che la mia intenzione è seria. In quei giorni avevo chiamato Danny De Vito per girare alcune scene di un film, si era convinto ed era venuto in Italia. Per me erano giorni molto intensi. Mi diedero del matto perché rispetto ai 5 milioni sbandierati da Gaucci, io ne spesi 32, poi altri 35 il primo anno di serie C e ancora 35 il secondo, 100 milioni per arrivare in serie B. Ma ne sono felice. Se sono ancora felice? Senza alcuna incertezza. Ho ancora molte cose da fare con il Napoli e nel mondo del calcio. Anche se so bene che molti mi danno del visionario. Cosa penso di Tavecchio? Non penso. Il potere forte di Galliani in Lega? Sono code di potere. Riformare il calcio italiano? Macché riformare, il calcio italiano è da ri-fon-da-re!”. Il Napoli di Sarri: “Perché l’ho ingaggiato? Lavora molto, apprezzo la sua tenacia nell’applicazione delle sue idee, alcune di queste nuove. Se ho mai pensato di cedere Higuain? Mai e poi mai. Non a caso ho messo una clausola altissima, difficile da sostenere per un eventuale acquirente. Mi aspetto che sia rispettoso dell’impegno e del lavoro della squadra”.
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