Il 23 novembre del 1980 un violento terremoto colpì tre regioni del Sud: la Campania centrale, la Basilicata e la Puglia. Era una una domenica sera quando alle 19.34 per un lunghissimo minuto e mezzo la terra tremò distruggendo interi paesi che si trasformarono in scenari di morte. Ancora oggi, a distanza di 35 anni, nel giorno dell’anniversario della tragedia, ancora vivo è il ricordo di chi ha vissuto quegli attimi di paura e terrore. La forte scossa di magnitudo 6,9 Richter colpì una zona molto estesa, dall’Irpinia al Vulture, per un totale di 17.000 km², e interessò 679 Comuni. Tra quelli più colpiti si ricordano Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna, ma gli effetti si fecero sentire anche a Napoli e provincia, con i crolli di molti edifici. Un dramma che – per la situazione di arretratezza del Sud e la lentezza dei soccorsi – fu di dimensioni spaventose e che deve essere ricordato per far si che si cerchi di evitare tragedie e morti. La strada, purtroppo, verso la messa in sicurezza degli edifici appare in molte regioni ancora molto lunga e difficile da attuare.
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