La decide Piatek. Napoli triste e spuntato, il polacco del Milan è un cecchino. Top e flop del match di San Siro
A sole 48 ore di distanza dal pari a reti bianche di campionato, nel quale a mostrare buona volontà e l’azione più pericolosa del match (Musacchio) erano stati – a sorpresa, vista la batteria offensiva proposta da Ancelotti – gli uomini di Gattuso, si torna tutti nella ghiacciaia della Scala del Calcio per un quarto di finale di Coppa che nessuna delle due non può e non deve permettersi di snobbare, anche perché è una gara da dentro o fuori. È una sfida che ha già il sapore di crocevia, e chi esce è destinato a trascorrere giorni amari. Con la Juventus che non conosce soste e che ha imposto la sua feroce veste dittatoriale in serie A, il trofeo nazionale, mai come stavolta, assume ora un significato e un peso specifico diverso: da coppetta da evitare come la peste a prezioso trofeo, toccasana per chi rischia stagioni anonime. Dietro ogni problema c’è un’opportunit, Gattuso fa tesoro di questo antico adagio attribuito a Galilei. Perché? Semplice. Perdere un certo Higuain e ritrovarsi un ragazzo semisconosciuto con una voglia di spaccare il mondo e un killer instinct mortifero è la chiave del (suo) successo sul Napoli, che significa semifinale: a Piatek basta meno di mezz’ora per realizzare una doppietta ed eliminare gli uomini di Ancelotti. Il secondo in particolare è un gioiello: va in profondità sul lancio di Paquetà, controlla tornando verso la propria porta, si beffa di Koulibaly e con un forte diagonale supera Meret. Un Napoli volenteroso, ma clamorosamente innocuo in avanti nonostante un assetto super offensivo, prova a reagire nella ripresa, Donnarumma (bravo su Ounas) e i suoi fanno buona guardia. Il Napoli spara a salve, Piatek usa il fucile. Festeggia San Siro. Ancelotti cerca opportunità. E deve guardare avanti.
NAPOLI
MERET 5.5: alza bandiera bianca sulle conclusioni di Piatek, poi non deve fare interventi degni di nota.
MALCUIT 5.5: ha energie da spendere, il problema è trasformare tanta forza in qualità negli ultimi venti metri.
84° CALLEJON sv: entra per mettere un po’ di benzina nei convulsi minuti finali.
MAKSIMOVIC 4.5: che ingenuità! È così tenero che si fa tagliare come un grissino sullo sprint da Piatek, due volte. Poi si riprende. Ma è (già) troppo tardi.
KOULIBALY 5: Milano quest’anno gli crea l’orticaria. Balla contro Piatek, ingenuo in marcatura sul secondo gol dell’attaccante polacco.
GHOULAM 5: avanza quasi sempre con il freno a mano tirato. Appannato.
FABIAN RUIZ 6: salta il centrocampo avversario con classe e buoni numeri. Ha un’eleganza naturale, salta gli avversari in dribbling quasi danzando. Predica quasi nel deserto.
ALLAN 4: ha la testa da un’altra parte, del gladiatore ammirato prima della corte sfacciata del PSG non vi è traccia.
46° OUNAS 6: un moto perpetuo. È sua l’occasione migliore: bravo Donnarumma a respingere il suo mancino tagliente.
DIAWARA 5.5: fa legna in mezzo al campo ma raramente riesce ad infastidire Bakayoko e Kessié. Viene richiamato in panchina per cambiare l’inerzia della partita.
58° MERTENS 5: c’è ma non si vede. Il belga galleggia negli ultimi trenta metri di campo e finisce per sparire dal gioco. Eppure sembrava entrato bene…
ZIELINSKI 5.5: non commette peccati, ed è già qualcosa visto il copione di serata. Ma è troppo timido e questo è un limite.
INSIGNE 4.5: urticante. Un flop nel flop. Va bene la tecnica, ma da un ragazzo di talento come lui ti aspetti la scossa.
MILIK 5: condannato all’isolamento, fa poco o nulla per uscire dalla sua bolla.
ANCELOTTI 5.5: il primo tempo è una bambola generale e può scapparci la disfatta. Orgoglio e dignità aiutano a non affondare, il Milan è bravo e fortunato a resistere. Delitto di lesa maestà? Non lo sapremo mai; ora però ha bisogno di ritrovare entusiasmo e Insigne. E forse anche Allan.
MILAN (4-3-3) – DONNARUMMA 6.5; LAXALT 6, ROMAGNOLI 6.5, MUSACCHIO 7, ABATE 6: BAKAYOKO 7, PAQUETA’ 6.5 (84° RODRIGUEZ sv), KESSIE 6; CASTILLEJO 6.5, PIATEK 7.5 (78° CUTRONE sv), BORINI 6 (60° CALHANOGLU 6). All: GATTUSO 6.5.
Foto: Ansa