Ultimo requiem per il Salisburgo – Nella terra di Mozart il Napoli ci va con tre gol di vantaggio
La partita di domenica scorsa aveva diversi significati. Uno di questi, forse quello di un’importanza capitale, era verificare lo stato di forma della squadra azzurra in vista dell’impegno europeo. Ancelotti sa bene che il gap in campionato dalla prima è enorme. Sedici punti sono tanti, ma non sono neppure rispondenti ai valori reali. Il suo credo ha la forza e le idee di appaiarsi vincendo pretese patetiche e protocolli perfidi di chi rema contro. Questa squadra ha trovato la panchina giusta, quella in grado di prendere il meglio dei suoi predecessori, rettificando le lacune. È la chiusura del cerchio, che racchiude tutto. Non era un caso se faceva esperimenti, si capisce ancora meglio dopo la partita di stasera. Il Salisburgo ha chiuso il girone di Europa League a punteggio pieno: è la prima squadra a raggiungere questo traguardo per tre volte nella storia della manifestazione; è leader della classifica del campionato austriaco, nel quale ha ad oggi undici punti di distanza sulla seconda: non ha vinto in sole quattro occasioni. La squadra di Marco Rose ha anche la miglior difesa e il miglior attacco del torneo, anche se ha recentemente incassato la prima sconfitta della stagione, il 24 febbraio contro il Rapid Vienna. L’uomo copertina della Red Bull è sicuramente l’israeliano Mounas Dabbur (ben contenuto dal tandem difensivo partenopeo), che in stagione ha segnato 24 reti in 34 partite, sette delle quali in Europa League, della cui classifica marcatori è capocannoniere. Il Napoli è reduce dalla sconfitta casalinga contro la Juventus, che ha quasi definitivamente spento le speranze di rimonta in Serie A, ma ha sicuramente certificato la bontà del lavoro svolto sinora. Il momento degli azzurri di Ancelotti è davvero eccellente e nel 2019 la squadra ha perso solo un’altra gara oltre quella di domenica scorsa, in Coppa Italia contro Piatek e il suo Milan. Tutti promossi, stasera. Il team azzurro mette in cassaforte il passaggio ai quarti con una vittoria senza appello; l’Europa League è un trofeo storicamente bistrattato dalle squadre italiane, ma nella fase finale poi diventa molto bello. Questo è l’atteggiamento delle grandi che vogliono vincere. Famelico e spietato. Ancelotti lo sa. Così fan tutte.
NAPOLI
MERET 7: torna padrone della sua porta dopo la rocambolesca azione che ha causato la sua uscita anzitempo domenica scorsa contro la Juventus. Due interventi straordinari, quello su Gulbrandsen è un autentico prodigio.
HYSAJ 6.5: sempre sicuro, affidabile. Minamino lo impegna un po’ di più, ma la mette sull’esperienza.
MAKSIMOVIC 5.5: non parte bene, con un paio di leggerezze delle sue. Si riprende, poi sonnecchia un po’ mettendo ansia a Meret. Diffidato, salterà la trasferta in Austria.
KOULIBALY 6.5: dopo un’ingenua ammonizione che gli costa il ritorno, prende in mano la situazione. Duro il giusto, concentrato negli anticipi.
MARIO RUI 6: subito vivace, ha gamba e appena può la usa, dietro non si distrae.
CALLEJON 7: l’uomo che risolve i problemi. Freddo e preciso nel passaggio, solito prezioso anello della catena di destra, anche quando è meno appariscente. Sfiora il gol del ko, Silva salva sulla linea.
ALLAN 7: ruvido, cattivo, capace nel momento del bisogno di essere anche un fondamentale fattore tecnico.
FABIAN 7.5: sbuca in tutte le zone del campo, sempre nel posto giusto e al momento giusto, tagliando e cucendo un gioco del quale è allo stesso tempo architetto e operaio. E stasera, per la prima volta, anche realizzatore. In una parola: impressionante.
ZIELINSKI 6.5: gara intelligente: non scopre il fianco a Lainer e non dimentica di avere qualità.
66° DIAWARA 6.5: entra per dare solidità al centrocampo. Fa il suo.
MILIK 7: dal manuale del centravanti, sfrutta la prima occasione che gli capita. Sfiora il bis, è sfortunato.
81° OUNAS 6: dieci minuti per dimostrare di poter marcare una nuova ripartenza.
MERTENS 6.5: lo vedi ronzare tra i difensori austriaci con fare dongiovannesco. Freccia perforante messa al servizio dei colleghi, cavalier servente senza fortuna sotto rete ma estremamente prezioso nell’assistenza.
72° INSIGNE 6: dà il cambio a Mertens. Buon impatto alla gara perché va a pressare e a contenere le avanzate austriache. Sacrifica la qualità, ma è utile alla causa.
ANCELOTTI 7.5: può dirsi pienamente soddisfatto di prestazione, risultato e primi gol europei di Ruiz e Milik. Salisburgo in evidente difficoltà per lunghi tratti di gara, il suo Napoli bello e vincente. Il calcio italiano deve crescere e mettere le mani su questo trofeo che manca da tanti, troppi anni in Italia. E lui è l’uomo giusto. Per misurare la sua grandezza basta solo leggerla nel suo palmares.
FC RED BULL SALISBURGO (4-4-2): Walke 5.5; Lainer 5.5, Silva 4.5, Onguene 4, Ulmer 5; Schlager 5.5, Wolf 6.5, Samassekou 5, Junuzovic 6 (62° Mwepu 5.5); Daka 5 (60° Guldbrandsen 6), Dabbur 5 (76° Minamino 6). All: Rose 5.5.
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