Troppo Barça nel primo tempo per il Napoli. Azzurri fuori agli ottavi TOP E FLOP

Il Barca ha tutto da perdere: in campionato ha ceduto al Real, in coppa nazionale si è arresa all’Athletic Bilbao. Per salvare la stagione, a Messi e compagni, non resta che la coppa dalle grandi orecchie. Il rendimento post-lock down tuttavia è tutt’altro che esaltante, le goleade non sono più all’ordine del giorno, anche quando Leo è in giornata. E la difesa si è dimostrata poco solida: nelle ultime sette partite ha sempre subito gol. E poi una ristrettezza in termini di effettivi. Assenze, Camp Nou vuoto, Messi irritato e fragilità difensiva: per il Napoli che si comporta da “grande” nelle occasioni che contano sognare è lecito, senza dimenticare comunque quali erano le premesse. Oggi o mai più. C’è un risultato da conquistare e l’uomo dalle mille e una notte, Rino Gattuso, sa bene che in notti come questa ci vuole coraggio. Le motivazioni non mancano, a nessuna delle due squadre: il Napoli sogna l’impresa al suo debutto assoluto al Camp Nou, ma anche le statistiche sono dalla parte dei blaugrana che non possono fallire: è da 19 volte consecutive che il Barca passa il turno dopo una gara d’andata senza ko. La squadra di Rino Gattuso esce a testa alta dalla Champions nonostante la sconfitta di Barcellona per 3-1. Inizio griffata Napoli con Mertens che colpisce un palo. Poi è un monologo tutto blaugrana: segna Lenglet, raddoppia Messi che si procura anche il rigore del 3-0 trasformato da Suarez. Nel recupero del primo tempo Lorenzo Insigne accorcia sempre dagli undici metri. Nella ripresa il Napoli ci prova, gioca prevalentemente nella metà campo avversaria, ma il Barca si difende bene e stacca il pass per i quarti di finale: sfiderà il Bayern Monaco.

Troppo Barça nel primo tempo per il Napoli. Azzurri fuori agli ottavi TOP E FLOP

BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen 6; Semedo 6.5, Piqué 6, Lenglet 6.5, Jordi Alba 6; Sergi Roberto 6, F. de Jong 7, Rakitic 6; Messi 7.5 L. Suarez 6.5 (92° Firpo sv), Griezmann 5.5 (84° Monchu sv). All. Setién 6

NAPOLI (4-3-3)

Ospina 6: primo tempo horror, ripresa da normale amministrazione. Risponde bene quando viene chiamato in causa

Di Lorenzo 5.5: l’impegno non manca, fa anche tante cose buone. Non soffre tanto Griezmann, ma è poco ispirato nelle apparizioni offensive

Manolas 5: spigoloso, continua mettendo i brividi ad Ospina con una “persa” pericolosa…

Koulibaly 4: tanto impreciso, molto più del solito, due gol sullo stomaco. Serataccia

Mario Rui 6.5: ferro e piuma. Lotta, si arrabbia e fornisce i compagni in maniera delicata

Fabian Ruiz 6: a lungo piatto, al massimo pulito nel palleggio. Davvero bene, no. Negativo, nemmeno. A sprazzi… 79° Elmas sv

Demme 5: partita grigia e incolore. I suoi standard sono ben diversi (46° Lobotka; il suo ingresso aiuta parecchio nella manovra)

Zielinski 5.5: meno appariscente ed efficace del solito, in difesa sbanda meno degli altri però non spinge molto 69° Lozano 6: in campo per qualche contropiede, in realtà fatica parecchio, anche se prende un legno – l’ennesimo della stagione azzurra – che grida vendetta

Callejón 5.5: buona spinta, poche occasioni per essere pericoloso 69° Politano: cambio positivo, anche se non è mai realmente pericoloso, cross perfetto per Lozano

Mertens 5.5: ha fatto parecchia fatica a trovare la posizione, dopo pochi giri di orologio ha l’occasione per sbloccare il match, poi non si è praticamente più visto, anche se ha il merito di conquistarsi il rigore della speranza

Insigne 6.5: il primo italiano della storia a segnare nella moderna Champions League in trasferta sia contro Real Madrid che contro Barcellona (al Bernabeu e al Camp Nou). Buona prova del capitano recuperato in extremis, cala alla distanza, ma era prevedibile.

79° Milik 6: gol annullato (giustamente) dopo un bel colpo di testa. Ingresso tardivo

All. Gattuso: la sua squadra ha il vantaggio di non dover passare per forza. Sul piano tecnico e delle individualità non c’è confronto, ma è proprio questo che permette al Napoli di giocare concentrato, sì, ma in scioltezza, senza particolari timori riverenziali contro i favoritissimi padroni di casa. L’ossessione della costruzione del gioco dal basso costa cara, i cambi tardivi non incidono. Tant’è.

foto: rete internet