Lo stato d’animo tra le contendenti è diverso. Da una parte rimpianti per la qualificazione mancata si combinano con la consapevolezza di una squadra che cresce, piano, ma cresce. Dall’altra il naufragio Barcellona dopo l’occasione sprecata a Cagliari, i fischi al partente Insigne come scena madre di una serata andata a rotoli, la sensazione di una macchina inceppata alla ricerca di un leader che riprenda per mano la squadra e riannodi i fili spezzati sul più bello.
La lotta scudetto è apertissima, è inutile attardarsi in calcoli. Bisogna vincere le partite e per gli uomini di Spalletti non è per niente facile. Arriva una vittoria pesantissima per il Napoli, che vince 2-1 all’Olimpico sul campo della Lazio e aggancia il Milan in testa alla classifica. A due punti della coppia c’è l’Inter, che però deve recuperare contro il Bologna al Dall’Ara. Le lacrime di Spalletti dopo il gol all’ultimo respiro dell’ex Betis fa capire cosa rappresenta l’arrivo all’ombra del Vesuvio di un tecnico a cui è mancata sempre la scintilla finale, ma che proprio in un contesto di incompiutezza si sta esaltando. Il suo avvento in azzurro ha una doppia anima, chiude un cerchio con la matematica e con l’epica, insieme.
Lazio (4-3-3) Strakosha 6; Marusic 6, Luiz Felipe 5.5, Patric 5 (dal 38′ st Acerbi NG) , Radu 5.5 (dal 25′ st Hysaj 5); Milinkovic-Savic 6.5, Leiva 5 (dal 38′ st Basic NG), Luis Alberto 6.5; Felipe Anderson 7 (dal 20′ st Pedro 7), Immobile 6, Zaccagni 6.5. All. Sarri 6.5
Napoli (4-2-3-1): Ospina 7; Di Lorenzo 6.5, Rrahmani 6.5, Koulibaly 6.5, Mario Rui 6; Demme 6.5 (dal 35′ st Lobotka 6), Fabian Ruiz 6.5; Politano 6.5 (dal 35′ st Ounas 6.5), Zielinski 4.5 (dal 11′ st Elmas 7), Insigne 7 (dal 45’+5 st Juan Jesus NG); Osimhen 6.5. All. Spalletti 7.
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