La Giunta regionale della Campania ha recentemente individuato le acque balneabili e i punti di campionamento per la stagione balneare del 2023. Inoltre, sono state identificate le acque che non sono adatte per l’uso balneare, come ad esempio le aree portuali, le aree marino-protette, le servitù militari, le foci dei fiumi e/o i canali non risanabili.
In base alla rete di monitoraggio, le acque nelle zone di Nisida, Trentaremi, Marechiaro, Puntanera, Capo Posillipo, Posillipo, Donn’Anna e Via Partenope sono state classificate come “eccellenti”, mentre quelle nelle zone del lungomare Caracciolo e di piazza Nazario Sauro sono state classificate come “buone”.
Tuttavia, il Comune di Napoli ha vietato la balneazione in alcune zone, come Pietrarsa, il tratto che va dal Porto a piazza Nazario Sauro, Nisida, la zona “Porto-Bagnoli colmata”, “Porto-Mergellina”. Ma anche quelle dell’area protetta della Gaiola, la zona di San Giovanni a Teduccio, il litorale di Bagnoli e il Porto di Napoli, sulla base dei risultati della classificazione.
I dettagli dell’ordinanza: acque vietate e quelle accessibili per la balneazione
L’ordinanza sindacale del Comune di Napoli precisa che le aree marino costiere che non sono interdette alla balneazione potrebbero essere chiuse durante la stagione balneare del 2023 in caso di situazioni inattese che potrebbero influire negativamente sulla qualità dell’acqua o sulla salute dei bagnanti. Queste decisioni saranno prese in seguito alle segnalazioni dell’ARPAC e al monitoraggio programmato per la stagione balneare 2023, che prevede campionamenti cadenzati.
È importante notare che la balneazione è consentita solo nelle acque idonee e non interdette durante il periodo dal 1° maggio al 30 settembre 2023. Fuori da questo periodo, la balneazione potrebbe comportare rischi per la mancanza di controlli, campionamenti e analisi che attestino l’adeguatezza dell’acqua.
Le acque temporaneamente vietate alla balneazione potrebbero essere riaperte se i risultati delle analisi sono favorevoli e se le autorità competenti dimostrano di aver adottato misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento. Tuttavia, prima della revoca del divieto, sarà necessaria la comunicazione del risultato favorevole da parte dell’ARPAC.
Quindi al momento si attendono delle novità per quelle acque che al momento non risultano balneabili. Importante risulterà il senso civico dei cittadini nel rispetto dei divieti nel periodo di balneazione.