La storia del Santuario di San Pasquale, situato nella zona di Granello a Portici, è affascinante e intrisa di tradizione. L’origine ha inizio alla fine del XVII secolo, quando i frati dell’ordine dei Minori Alcantarini, originari della città spagnola di Alcantara, arrivarono lungo le coste vesuviane e si stabilirono proprio a Granatello.
Qui, grazie all’elemosina dei fedeli e al terreno donato da Anna Schioppa e sua sorella Angela, che lo avevano ereditato dal padre Camillo, i frati poterono costruire un modesto convento.
Santuario San Pasquale a Portici: la storia
Il convento, che si affacciava sul mare offrendo una vista mozzafiato, era inizialmente di dimensioni ridotte. Una parte del terreno fu addirittura venduta al principe d’Elboeuf per la costruzione di quella che sarebbe stata la prima di una lunga serie di ville vesuviane, conosciute come il “Miglio d’Oro”. Solo verso la fine del XVIII secolo, il convento fu ampliato.
Si narra che al suo interno ospitasse non solo la prima scuola di Portici, ma anche una delle biblioteche più importanti della Campania all’epoca. Inoltre, una chiesa fu annessa al convento, dove oggi è possibile ammirare l’affresco “La morte di San Pietro d’Alcantara”, realizzato da De Rossi, allievo di Luca Giordano.
La facciata della chiesa dell’epoca, nel suo stile barocco italiano, richiamava l’opera di Vaccaro, celebre artista partenopeo. Tuttavia, l’attuale facciata del santuario presenta un design contemporaneo.
La connessione con San Pasquale è profonda, in quanto egli era un pastore appartenente all’ordine dei Frati Minori Alcantarini e venne proclamato santo proprio alla fine del XVII secolo. Da quel momento, ogni convento appartenente ai Frati Alcantarini venne dedicato al loro Santo, compreso il convento di Granatello con la sua chiesa.