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Tari Napoli, a chi spetta pagare: proprietario o inquilino?

La Tassa sui Rifiuti (TARI) è un’imposta che sostituisce la TARES e ha lo scopo di finanziare i costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. A partire da gennaio 2014, la TARI ha preso il posto delle tasse precedenti che i cittadini, le aziende e gli enti pagavano al Comune come contributo per i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Queste tasse erano conosciute come TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi), TIA (Tariffa di igiene ambientale) e TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). In particolare, la TARI ha sostituito la TARES, che è rimasta in vigore solo nel 2013.

Tari Napoli, quali inquilini sono esenti

Oggi, ogni Comune stabilisce le tariffe in base alla superficie e alla quantità di rifiuti prodotti o alla quantità e alla qualità dei rifiuti per unità di superficie, tenendo conto degli usi e della tipologia delle attività e del costo del servizio sui rifiuti. Secondo l’articolo 1 comma 641 della Legge n. 147/2013, il pagamento della TARI spetta a chiunque sia in possesso o detenga locali o aree scoperte che possono produrre rifiuti urbani, a prescindere dal titolo di possesso (ad esempio, proprietà, locazione, comodato d’uso, usufrutto, ecc.).

Il pagamento della TARI spetta al proprietario dell’immobile se lo occupa personalmente. Se l’immobile è affittato con un contratto di locazione superiore a 6 mesi, l’affittuario è responsabile del pagamento della TARI. Quindi, se l’inquilino ha un contratto di locazione inferiore a 6 mesi, il pagamento spetta al proprietario dell’immobile. Se una persona utilizza l’immobile per un periodo inferiore o uguale a 6 mesi, non è tenuta a pagare la TARI, poiché l’imposta è dovuta integralmente solo dal proprietario dell’immobile. Teoricamente anche chi non ha regolare contratto non dovrebbe pagarla, ma in quel caso si è poi in un’illecito punibile severamente dall’Agenzia delle Entrate.