La storia della famiglia Polese e l’ascesa del “Castello delle Cerimonie”.
Il Grand Hotel “La Sonrisa” è un luogo emblematico, noto per il suo stile veneziano, i sontuosi giardini, l’eliporto e le celebri feste che ha ospitato nel corso degli anni. La struttura, situata a Sant’Antonio Abate ai piedi dei Monti Lattari, è stata protagonista di una storia ricca di successi, ma anche di scandali e controversie. Recentemente, il Tribunale ha disposto la confisca dell’hotel per abusi edilizi, rendendolo patrimonio comunale.
Antonio Polese, conosciuto come “don Antonio“, è stato il cuore pulsante di questa struttura. Nato Tobia Polese, fu negli anni ’70 uno dei soci della società immobiliare “Il Castello”, coinvolta nell’acquisto del castello mediceo di Ottaviano.
Tuttavia, il castello finì sotto il controllo di Raffaele Cutolo, boss della Nuova Camorra Organizzata, che lo trasformò nel suo quartier generale. Polese e il socio Adolfo Greco furono condannati per favoreggiamento, anche se sostennero di essere stati vittime delle pressioni del boss.Negli anni successivi, Polese si distinse per la capacità di trasformare “La Sonrisa” in un luogo simbolo di lusso e opulenza. Nonostante i problemi giudiziari, come l’accusa di aver nascosto una latitante, l’hotel continuò ad attrarre una clientela d’élite.
La nascita del mito televisivo della famiglia Polese
Nel 2014 “La Sonrisa” divenne famosa in tutta Italia grazie al programma televisivo Il Boss delle Cerimonie. Il format mostrava matrimoni stravaganti e feste sfarzose, portando il fascino del Grand Hotel nelle case degli italiani. Il programma consolidò il soprannome di “Castello delle Cerimonie” e accrebbe la notorietà della struttura. Tuttavia, il successo televisivo non fu immune da critiche, in particolare per l’uso di una struttura su cui pendevano accuse di abusi edilizi.
La “Sonrisa” non era solo un hotel, ma anche un palcoscenico per importanti eventi culturali e sportivi. Dal 1983 al 2012 ospitò il festival “Napoli Prima e Dopo”, dedicato alla canzone napoletana e trasmesso su Rai Uno. Inoltre, accolse celebrazioni legate al Calcio Napoli e figure di spicco come Diego Armando Maradona.
Accanto a questi successi, però, ci furono episodi controversi. Nel 1996 la struttura ospitò il matrimonio tra i figli di due potenti boss, un evento monitorato dall’Antimafia per il sospetto che sancisse un’alleanza tra clan. In anni più recenti, “La Sonrisa” fu teatro di incontri tra narcotrafficanti e membri della criminalità organizzata, documentati anche dalle inchieste televisive.
I problemi legali e la confisca de La Sonrisa
Il primo sequestro della struttura risale al 2011, quando furono abbattute costruzioni abusive. Nel 2016 il Tribunale dispose la confisca definitiva dell’hotel, acquisito dal Comune di Sant’Antonio Abate. Poco dopo, Antonio Polese morì per un problema cardiaco, lasciando la gestione alla figlia Imma Polese e al genero Matteo Giordano. Il programma televisivo cambiò nome in Il Castello delle Cerimonie, mantenendo il suo pubblico (qui troverete un altro articolo che parla della questione legata a La Sonrisa).
Nonostante le vicende giudiziarie, l’hotel continuò a richiamare clienti disposti a spendere somme elevate per celebrare eventi memorabili. Tuttavia, la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata e il clamore mediatico legato a questi episodi contribuirono a offuscare l’immagine della struttura. Il caso più eclatante fu il matrimonio tra il cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova di un boss, celebrato nel 2019. L’evento fu oggetto di un’inchiesta giornalistica che evidenziò i legami tra la criminalità e le feste organizzate alla “Sonrisa”.
Oggi, con la confisca definitiva e la gestione affidata al Comune, il futuro del “Castello delle Cerimonie” rimane incerto. L’eredità di Antonio Polese è un mix di successi imprenditoriali e ombre giudiziarie che hanno segnato profondamente la storia della struttura e della famiglia Polese.