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Serena Rossi e le sue origini: “Cresciuta in quartiere napoletano difficile”

Serena Rossi, attrice e cantante napoletana, ha recentemente condiviso una riflessione profonda sulla sua città natale, Napoli, e sul suo percorso di vita che l’ha portata a diventare un’icona della cultura partenopea.

In un’intervista, ha rivelato come la sua napoletanit sia una parte fondamentale della sua identità, tanto personale quanto professionale, e come oggi la consideri una risorsa piuttosto che un ostacolo. Molti anni fa, Serena racconta di essere stata convinta che fosse necessario allontanarsi dal proprio accento e dalle proprie radici per avere successo.

Questo l’ha spinta a prendere lezioni di dizione, cercando di smussare il suo modo di parlare per adattarsi agli standard richiesti dal mondo dello spettacolo. Tuttavia, con il tempo, ha compreso che la sua napoletanità non era un limite, ma un punto di forza. Oggi, infatti, è orgogliosa di essere napoletana e di portare con sé questa parte di sé anche nei suoi ruoli professionali, come quello di Mina Settembre, un’assistente sociale che cerca di dare un’immagine diversa di Napoli rispetto a quella violenta spesso raccontata dalla cronaca o dalle serie tv come Gomorra.

Anche se è cresciuta in un quartiere napoletano difficile, l’attrice si sente fortunata

Nel suo lavoro, Serena cerca di trasmettere un’idea di Napoli che non sia solo legata alla criminalità, ma anche alla bellezza, alla solidarietà, ai colori e alla vitalità di una città che, purtroppo, viene spesso raccontata solo per la sua parte oscura. L’attrice ha infatti dichiarato di sentirsi fortunata a poter essere un esempio positivo, e di ricevere dai fan riconoscimenti per il suo ruolo, che rappresenta un volto più luminoso di Napoli.

Il recente periodo di violenza che ha colpito la città, con l’uccisione di tre ragazzi in poche settimane, ha sollevato preoccupazioni e riflessioni da parte di Serena. Pur mantenendo un atteggiamento ottimista, riconosce la durezza della realtà e la difficoltà di crescere in un ambiente come quello di Napoli, dove spesso i giovani si trovano a vivere situazioni difficili. Serena stessa proviene da un quartiere difficile, Miano, e ammette che avrebbe potuto finire in modo diverso. Ha visto molti suoi coetanei abbandonare la scuola e finire in brutti giri, un fenomeno che lei definisce come una realt che molti ragazzi vivono senza che nessuno li avverta.

Un’opportunità e un intervento collettivo per aiutare i giovani

Nonostante ciò, Serena è convinta che ci sia sempre una via d’uscita, e che sia fondamentale dare ai giovani delle alternative concrete. La sua storia di successo, infatti, è stata possibile grazie al supporto della sua famiglia, che le ha trasmesso valori di integrità, e grazie all’arte, che le ha offerto un’opportunit di riscatto. Inoltre, l’istruzione è stata una delle chiavi per costruire una vita diversa, lontana dalla strada. Secondo l’attrice, però, non basta solo l’impegno individuale: è necessario un intervento collettivo che coinvolga famiglie, scuole e istituzioni, per far vedere ai ragazzi che esistono altre possibilità (se volete altri aggiornamenti su personaggi che hanno fatto la storia di Napoli nello spettacolo potete leggere quest’articolo).

Serena ha anche espresso il suo sostegno all’appello lanciato dallo scrittore Roberto Saviano, che ha proposto di disarmare la citt e di offrire un supporto quotidiano ai giovani, per non lasciarli soli. Secondo l’attrice, bisogna aprire le scuole, offrire sostegno concreto e creare ambienti positivi dove i ragazzi possano trovare un’alternativa al degrado.

Inoltre, Serena si è detta entusiasta del fatto che artisti come Geolier e Gigi D’Alessio abbiano deciso di esporsi e di lanciare messaggi positivi, venendo anche loro da quartieri difficili. Ha proposto di organizzare eventi e concerti, magari in piazza, per mostrare che esiste una Napoli diversa, una Napoli che deve essere cambiata attraverso l’impegno collettivo di tutti, soprattutto degli artisti che, con la loro visibilità, possono essere un faro di speranza per i giovani. La sua visione è chiara: “Possiamo dare l’esempio e cambiare le cose”.