La storia ebraica di Napoli risale a epoche antiche, caratterizzata da una presenza documentata fin dal I secolo d.C. In città non vi fu mai un ghetto, ma durante il Medioevo si identificano tre giudecche che mantennero vive le radici ebraiche nel tessuto urbano partenopeo.
Nel V secolo, Napoli ospitava una comunità ebraica significativa, testimoniata da graffiti e iscrizioni murali in luoghi come Pompei, Bacoli e Marano di Napoli. Durante l’Alto Medioevo, la comunità prosperò, favoreggiata da una politica filosemita di Federico II di Svevia.
Tuttavia, dal 1288, gli ebrei affrontarono discriminazioni e furono espulsi nel 1293, incentivati a convertirsi per esenzioni fiscali. Nel 1492, gli ebrei espulsi dalla Spagna trovarono rifugio a Napoli, ma subirono nuove persecuzioni nel 1495 con l’arrivo dei francesi e nel 1535 con la conquista spagnola.
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Posizione e storia del ghetto ebraico di Napoli antica
Nel 1740, su invito di Carlo di Borbone, gli ebrei tornarono a Napoli, solo per essere nuovamente espulsi nel 1746. La storia ebraica di Napoli si riflette nei toponimi e nelle strade, conservando il ricordo di una comunità che ha attraversato secoli di cambiamenti e difficoltà.
Fortunatamente le cose sono cambiate col tempo, con i napoletani che aiutarono alcuni ebrei a scappare dai rastrellamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le giudecche erano localizzate tra Forcella e Tribunali, dove oggi si trova via Giudecca Vecchia, vicino al Museo Archeologico in Vicus Iudeorum (ora vico Limoncelli), e nelle vicinanze dell’attuale sede centrale dell’Università.
E anche vicino agli Archivi di Stato (sebbene demolita nelle bonifiche dell’Ottocento). Sebbene non rimangano tracce fisiche, toponimi e strade conservano la memoria di questa presenza storica.
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L’origine delle giudecche è incerta, ma alcuni studiosi suggeriscono la zona di San Marcellino e Monterone. Gli ebrei difesero le mura meridionali durante la guerra contro i Bizantini, stabilendo un legame con questa località.
Il vicus Iudeorum, a nord del quartiere Pendino, potrebbe essere stato l’insediamento originario. La Giudecca di San Marcellino, più a sud, occupava spazi tra via dei Tintori e la rampa di San Marcellino, con tracce di una sinagoga.