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“Mazz’e panell’ fann’e figli belli…”. L’origine dello storico proverbio napoletano

“Mazz’e panell’ fann’e figli belli, panell senza mazz..”. Chi è napoletano, cresciuto a Napoli o ha passato comunque tanti anni nella città del Vesuvio, ha sentito almeno una volta questo proverbio sacrosanto poiché mira all’educazione per le nuove generazioni affinché abbiamo rispetto ed educazione. E’ un modo di dire che qualche schiaffo, ogni tanto e quando è dovuto, non fa affatto male se necessari per mettere sulla retta vita i propri figli.

Mazze da una parte, penell dall’altra. Un po’ come bastone e carota come si dice in generale in Italia. Ma dove e quando nasce esattamente tale detto napoletano?  In realtà non si hanno informazioni precise sulla sua data di nascita, ma una cosa è certa: ha origini antiche. Come è noto, infatti, i latini erano soliti diffondere massime e perle di saggezza. E sembrerebbe che proprio da lì arrivi.

Mazz’e panell’ fann’e figli belli: come nasce il proverbio napoletano

Un celebre proverbio latino tratto dalla Bibbia, “Qui parcit virgae, odit filium suum”, potrebbe tranquillamente essere l’antenato del partenopeo “Mazz’e panell'”. Esiste anche una variante molto più simile che recita “Chi se sparagna ‘a mazza, nun vò bbene ‘e figlie“. Un’ipotesi potrebbe essere che la pratica popolare del proverbio rappresenti l’espressione più autentica di una radice culturale comune. Attraverso i Latini, quindi, questa radice sarebbe passata al mondo cristiano e giunta a noi fino ad oggi.

Non dimentichiamo che uno dei libri più importanti dell’Antico Testamento è il libro dei “Proverbi”, e proprio qui, nella traduzione latina di San Girolamo conosciuta come “Vulgata”, si riconosce l’antenato di questo celebre detto napoletano. San Girolamo traduce “Qui parcit virgae, odit filium suum”, suggerendo per la prima volta la massima che verrà seguita da generazioni di genitori fino ai giorni nostri. È interessante notare che persino nella lingua inglese esiste una versione dello stesso proverbio: “Spare the rod and spoil the child”, che rappresenta la declinazione britannica della stessa grande verità, riconoscendo nell’eccessiva permissività dei genitori il preludio di un figlio viziato e fragile.