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Napoli, anziano defunto da poco: cosa rischi se prelevi la pensione

Cosa succede se si ritira la pensione di un genitore, nonno o zio deceduto? E come capire, soprattutto, se si può prelevare la somma dell’assegno quando un lutto improvviso travolge una famiglia proprio a ridosso dei giorni della pensione, quindi tra fine e inizio mese? Una situazione spiacevole che purtroppo si è concretizzata spesso anche a Napoli e che ha creato non pochi problemi a chi, pur non sapendolo, si è ritrovato a ritirare la somma per poi ricevere una brutta sorpresa con una lettera dell’INPS o – peggio – dell’Agenzia delle Entrate.

Napoli, ritiro pensione defunto: quando si può o non si può

Una delle prime questioni da affrontare quando si verifica la perdita di un familiare, innanzitutto, è la comunicazione della morte all’Istituto di Previdenza Sociale che era responsabile del calcolo e dell’erogazione dell’assegno pensionistico mensile. Secondo quanto stabilisce la legge, è l’Anagrafe comunale che ha l’obbligo di effettuare tale comunicazione entro 24 ore dal completamento delle pratiche amministrative, mentre il medico che certifica il decesso deve provvedere entro 48 ore.

Di fatto l’iter scatta quando il medico giunge a casa per confermare il decesso o tramite la comunicazione dell’ospedale in caso di ultimo respiro in ospedale. Ma come orientarsi per il restante? Se il decesso è avvenuto nel 1° giorno del mese spetta il diritto all’assegno. Discorso diverso, invece, se il decesso è avvenuto anche sole poche ore prima l’apertura mensile come il 30 o 31. In quel caso ci si può rendere colpevoli di reati quali truffa o indebita percezione di erogazioni statali, con la richiesta di restituire la somma mesi successivi e anche una possibile denuncia e sanzione. In caso di prelievo i responsabili potrebbero non essere scoperti, ma è a proprio rischio e pericolo. Con conseguenze molto serie appunto.