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Napoli, cosa significa il nome ‘Ciro’ e perché è diffusissimo

Il nome Ciro è uno dei nomi più diffusi a Napoli e in Campania. Deriva dal persiano o elamico Kūrush, adattato in greco come Κυρος (Kyros), in ebraico come כּוֹרֶשׁ (Koresh) e in latino come Cyrus. L’etimologia non è molto nota, ma sono diversi i significati ipotizzati, fra i quali “lungimirante”, “giovane”, “pastore”, “eroe”, “signore”.

Ciro, la storia di questo nome a Napoli

Ma come è arrivato questo nome a Napoli? Il nome venne portato da numerosi sovrani della Persia, fra cui Ciro il Grande, conquistatore di Babilonia e liberatore del popolo ebraico, citato anche nell’Antico Testamento, la cui fama ha probabilmente aiutato la diffusione del nome. In Italia è rappresentato dal culto di vari santi, ed è attestato principalmente nel Sud, in particolar modo in Campania. L’onomastico per la Chiesa Cattolica ricorre il 31 gennaio, giorno in cui si celebra san Ciro di Alessandria, medico ed eremita, martire a Canopo.

San Ciro è stato oggetto di culto sin dai primi secoli del Cristianesimo. A Napoli, la devozione a questo santo medico è molto sentita, grazie al rapporto stretto tra gli egizi e gli antichi napoletani. Infatti a Napoli risiedeva un gruppo di mercanti alessandrini che qui fondarono un vero e proprio quartiere.

Chi era San Ciro di Napoli

Secondo la tradizione, Ciro era un medico che somministrava cure gratuite ai poveri e indigenti, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “anàrgiro” (dal greco anargyros, senza denaro), e incitava i malati a trovare conforto nella fede e nella preghiera. Un po’ quello che ha fatto secoli dopo a Napoli San Giuseppe Moscati.

Nel 1600, le reliquie di San Ciro furono traslate da Roma a Napoli ad opera del cardinale Francesco Sforza e collocate nella chiesa del Gesù Nuovo. San Ciro all’epoca era già venerato a Napoli, grazie soprattutto alla presenza di colonie di mercanti alessandrini, che edificarono anche un tempio in suo onore presso il vico denominato de Alexandrinis.

A Portici, San Ciro è venerato come Santo Patrono e qui è presente la reliquia di una parte del cervello del santo, riposta in una teca nell’altare laterale sinistro della Basilica a lui dedicata, proprio sotto la stupenda statua lignea di San Ciro.