La Piazza della Sposa, situata in Vico Canale a Taverna Penta, a Napoli, è un luogo con una storia importante alle spalle, come tantissimi luoghi della città partenopea, un vero e proprio ricettacolo di avvenimenti unici e personaggi storici.
Purtroppo però, oggigiorno, de La Pizza della Sposa si parla soltanto in maniera molto negativa. L’ex affiliato Vincenzo Gallozzi, nel 2008, la definì come il fulcro dello spaccio di droga gestito dal clan Di Biase.
Carmine Furgiero, noto come ‘o Pop, è stato accusato di essere il capo-piazza, gestendo l’attività insieme al figlio Luigi e al cognato Gaetano Avoletto. Organizzavano gli acquisti di droga, ne stabilivano i prezzi di vendita e gestivano gli orari di apertura dell’attività illegale.
Piazza della Sposa, la triste origine di un luogo infausto
Il sistema di spaccio era estremamente efficiente, coinvolgendo pusher che si occupavano di tutte le fasi, dal confezionamento alla consegna. Le vendite avvenivano sia in posti fissi che a domicilio, con sentinelle a sorvegliare l’intera operazione.
Veniva chiamata ‘piazza d’a sposa‘ in onore della madre di Gaetano Avoletta, co-fondatore di questa attività illegale vent’anni prima, rimasta vedova poco dopo il matrimonio. Le entrate generate da questa operazione erano impressionanti, raggiungendo fino a due milioni di euro all’anno.
Carmine Furgiero dirigeva l’attività con una precisione sorprendente, coordinando le operazioni anche durante gli interventi delle forze dell’ordine. Il pentito Maurizio Overa, nel 2016, ha confermato il ruolo di ‘o Pop nel sistema di spaccio, sottolineando i pagamenti settimanali al sistema, indicando come la crisi economica avesse influenzato l’entità di tali pagamenti.
Oggi, la Piazza della Sposa è conosciuta principalmente per le sue connessioni con l’attività di spaccio, ma la sua storia complessa e controversa ne fa un luogo che merita di essere esaminato nel suo contesto più ampio.
Purtroppo è solo l’ennesima zona di Napoli che finisce con l’avere la propria reputazione irrimediabilmente compromessa da un manipolo di criminali. Si pensi ad esempio alle piazze delle Vele, quelle di Scampia, quelle di Secondigliano.
E in questo momento anche al caos di Caivano, tra sparatorie continue e bande di criminali che sfrecciano su motorini per fare stese e marcare il territorio, in una guerra senza quartiere che i quartieri li annienta.