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Pari e patta col PSG, la qualificazione è ancora aperta. Top e flop di Napoli-Paris Saint Germain 1-1

Pari e patta col PSG, la qualificazione è ancora aperta. Top e flop di Napoli-Paris Saint Germain 1-1

Il prato rizollato, il pubblico delle grandi occasioni. E poi Cavani dalla panchina, radio Belgrado che dà notizie che non t’aspetti. Il resto è una giostra, le due partite si consumano, i rimpianti si accumulano, si depositano in fondo poi schizzeranno fuori per venire accantonati al prossimo giro. E ancora ricordi, delle partite che potevano anzi dovevano portare altrove. Davanti a tanti fenomeni, il Napoli del collettivo, il Napoli di Carlo Ancelotti è guerriglia contro il potere: idee, talento e aggressività. Nel Napoli di oggi convivono consapevolezza, melodramma, esistenzialismo, epica, ritmo e (sana) cattiveria. Senza aver bisogno di particolari rivolgimenti sul mercato. Tuchel, Neymar Junior, Bernat al limite del duplice fischio. Callejon illuminato, Insigne di rigore. E niente paura: Allan miete vittime. Falde su falde, e poi ghiaccio e fiamme, tutte le sfumature delle emozioni che l’Europa ti dà.

NAPOLI

OSPINA 6: personalità da vendere, uscite diligenti, rinvii – stavolta – da rivedere. Nulla può sulla dormita colossale collettiva dei suoi che vale il gol di Bernat.

MAKSIMOVIC 6.5: dignitosa resistenza all’attacco atomico dei Parisiens cui deve cedere per forza qualcosa.

76° HYSAJ 6.5: partita più tattica che tecnica, la sua. Deve concentrarsi e prestare attenzione. Lo fa bene.

ALBIOL 6.5: anche lui non esente da colpe nell’infiltrazione in area del connazionale Bernat. Riprende quota e posizioni reggendo bene la forza d’urto francese.

KOULIBALY 7: centralone tuttofare, una mandria in corsa dai colori d’ebano. Arpiona palloni, li difende, li cura e li rivorrebbe. Si arrabbia. E poi ancora così, ad libitum.

MARIO RUI 6.5: soffre come tutti nel primo tempo, specie quando il Psg riparte. Fa il tornante nella ripresa e anima la rincorsa al pari.

ALLAN 7.5: in trincea, a randellare come solo lui sa fare. Corre e ispira, contrasta e punge. In stato di grazia.

HAMSIK 6: applicato, concentrato. Meno passivo, ma contenuto bene dai dirimpettai parigini. Usa poco il fioretto, potrebbe (deve) usare un po’ di più la sciabola.

FABIAN 6: primo tempo di grande intensità: sforna assist e suggerimenti da applausi. Si muove come un veterano. Un po’ in ombra nella ripresa, la stanchezza prende il sopravvento.

71° ZIELINSKI 5.5: forza ed energia pulita. Anche se non dà quella sterzata che ti aspetti da uno con la sua qualità.

CALLEJON 7.5: la conquista del rigore, con la mente arriva sempre un secondo prima degli altri. Infinito lavoro di fascia. Imprescindibile.

INSIGNE 7: trova spesso lo spazio per dettare, dalla trequarti in sù. Si prende un bel fardello sulle spalle, segnare a Buffon non è mai cosa facile. Freddo, glaciale. Maturo.

MERTENS 6: reduce dai bagordi contro l’Empoli, aspetta i palloni giusti che però per un tempo non vede mai. Nella ripresa cerca qualcosa che arriva e deve fare i conti con quel vecchio volpone che difende la porta del Psg.

83° OUNAS 6: vivacizza l’ultimo scorcio di gara col suo movimento.

ANCELOTTI 7: in quattro mesi ha messo su una squadra (intera) che sa impressionare per presenza scenica, aggressività ed equilibri. Tutti in campo ogni cinque minuti, meno perfetto rispetto agli automatismi di sarriana memoria, ma più accessibile ai rincalzi e più duraturo.

PSG (3-4-3) – BUFFON 7; MARQUINHOS 6, THIAGO SILVA 6, KEHRER 6,5 (90° CHOUPO-MOTING sv); MEUNIER 6 (73° KIMPEMBE 6), VERRATTI 6, DRAXLER 5.5, BERNAT 6.5; DI MARIA 6.5 (77° CAVANI 6), NEYMAR 7, MBAPPE 7. All: TUCHEL 6.5.