Ponticelli, il quartiere di Napoli Est, deve il suo nome al passato ricco di significato che si cela dietro le sue strade e vicoli. La sua origine risale al periodo del Regno di Napoli, quando il piccolo insediamento urbano di “Ponticello” si trasformò in un modesto borgo.
La denominazione plurale di “Ponticelli” sorse dall’unione di due frazioni, “Ponticello grande” e “piccolo”, che si svilupparono all’interno del villaggio.
Durante l’epoca aragonese, lo sviluppo del casale di Ponticelli andò di pari passo con quello di Napoli. Tra tutti i casali presenti nella zona, Ponticelli si distinse per la sua capacità di adattarsi alle esigenze della capitale, diventando un importante fornitore di grano per la città.
Nel 1799, durante la rivoluzione napoletana, Ponticelli divenne uno dei centri protagonisti degli eventi che seguirono la resa di Napoli alle truppe francesi. Fu proprio qui che i repubblicani eseguirono le condanne a morte di tredici uomini legati a Ferdinando IV.
Napoli, Ponticelli: dalle origini ai giorni nostri. Storia ed evoluzione del quartiere
Nel XIX secolo, la nuova classe borghese napoletana decise di stabilirsi a Ponticelli, creando la necessità di nuovi spazi. Il quartiere conobbe così un periodo di massiccia espansione edilizia, con la volontà di rinnovare il vecchio tessuto urbano. Durante questi anni, furono costruiti alcuni edifici storici come la vecchia casa municipale, successivamente ricostruita nel 1971, e la scuola elementare Toti.
Ponticelli non sfuggì neppure alla Storia durante la Seconda Guerra Mondiale, rimanendo strettamente legato agli eventi tumultuosi che coinvolsero Napoli e condividendone le stesse sorti. Il 25 luglio 1943, gli antifascisti del clandestino Partito Comunista Italiano, seguiti dagli abitanti del rione orientale, assaltarono la sede fascista in piazza Municipio.
Questo portò a una sanguinosa occupazione nazista, durante la quale 34 persone innocenti furono uccise in rappresaglia dai soldati tedeschi. Ponticelli fu il primo quartiere d’Europa a ribellarsi al nazifascismo, lasciando un segno indelebile nella storia della lotta per la libertà.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, intorno agli anni ’50, ebbe inizio la ricostruzione del quartiere. Questo periodo è tristemente noto per la speculazione edilizia che avvenne sotto l’amministrazione del sindaco Achille Lauro. Furono costruiti centinaia di edifici residenziali che, in seguito, formarono i rioni popolari di Ponticelli, tra cui il Rione De Gasperi in prima linea.
Il terremoto dell’Irpinia del 1980 rappresentò un’opportunità di rinnovamento urbanistico e di modernizzazione per il quartiere. Uno dei ritrovamenti più interessanti fu quello di una villa sepolta, appartenuta a un veterano di nome Caius Olius Ampliatus, risalente all’epoca di Silla. All’interno di questa villa, nel sotterraneo, furono scoperti i resti di uno schiavo di quarant’anni morto durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Il quartiere di Ponticelli presenta inoltre un aspetto culturale e urbano variegato, caratterizzato dalla diversità dei complessi urbani sviluppati nelle diverse epoche. Nonostante gli eventi di cronaca nera e in generale bui che ha attraversato, Ponticelli resta un crogiolo di passato e presente che merita di essere esplorato e compreso.