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Sarri: “Real dominato per oltre un tempo. A volte pecchiamo di fisicità. Prestazione matura, ottimo segnale per il futuro”

sarriAl termine della gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Napoli e Real Madrid, che ha visto gli azzurri interrompere la corsa per la conquista del trofeo, Maurizio Sarri in conferenza, ha analizzato nei minimi dettagli la sfida vedendo il bicchiere mezzo pieno. L’aver preso consapevolezza che manca da smussare solo qualche angolino appuntito, per portare la sua “Opera d’Arte” a competere ad armi pari con le Giganti d’Europa.

Un primo tempo perfetto, poi il loro gol. C’è rammarico? “Il secondo tempo è stato condizionato dal gol del pari. Certo avremmo potuto prestare maggiore attenzione in difesa, magari scontrandoci con l’avversario e impedirgli di impattare con precisione la palla. Abbiamo mancato di fisicità. La squadra mi è piaciuta molto, abbiamo dominato la gara per cinquanta minuti. Peccato ma credo che avremmo meritato miglior sorte”.

Napoli “Chapeau” nei primi 45 minuti. Te l’aspettavi?. “Mi aspettavo una reazione del genere, ma non di certo che non avremmo concesso proprio nulla ad un avversario simile. Certamente riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno, il più giovane dei centrocampisti in campo era un 94′ e lottava come un veterano. Questo è un enorme segnale in vista del futuro. Nel complesso è evidente che ci sia un pò di rammarico così come per la meravigliosa cornice di pubblico, che ci ha sostenuti fino all’ultimo. E’ stata una bellissima esperienza per tutti, ci riproveremo”.

Mister, è riuscito a farli girare le scatole come ha detto ieri ? “Spero di esserci riuscito almeno nei primi 50 minuti come ho già fatto capire prima. Purtroppo il Real Madrid è una squadra composta da campioni di un certo calibro e che ti possono risolvere la partita con la classica giocata del singolo”.

Tante situazioni negative direttamente da calcio piazzato. Cosa c’è da rivedere? “Come ho già detto prima abbiamo dei limiti sul piano della fisicità. Stasera il nostro avversario portava in attacco giocatori che superavano il metro e ottantotto, per cui ero costretto a fronteggiarli con i terzini, come ad esempio Hysaj. La chiave stava nel contrastarli, marcare a zona oppure arrivare ad attaccare la sfera nel punto più alto”.