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La Sonrisa, come la famiglia Polese ha costruito il suo impero

Il Castello delle Cerimonie di Sant’Antonio Abate, situato nell’area metropolitana di Napoli, è stato confiscato per abusi edilizi e violazioni urbanistiche. Passato alla proprietà comunale, l’evento ha generato incertezza tra i circa cento dipendenti fissi e stagionali, oltre a preoccupare le coppie che avevano prenotato il castello per matrimoni e altri eventi.

Questa decisione ha anche conseguenze sull’indotto, coinvolgendo una rete di fornitori e collaboratori. La storia del “Castello delle Cerimonie” evidenzia le complesse sfide legali e sociali legate alla gestione di beni confiscati, mostrando come tali eventi possano influenzare direttamente.

Ma qual è la storia dietro a questo importante luogo che ogni anno celebra centinaia di cerimonie, riunendo famiglie allargate napoletane e non, per vivere attimi di pura poesia durante le date più importanti della propria vita.

Le origini del mito: la storia controversa de Il Castello delle Cerimonie

Il Grand Hotel “La Sonrisa”, noto come il Castello delle Cerimonie, occupa oltre 40.000 metri quadrati ai piedi dei Monti Lattari a Sant’Antonio Abate. La sua storia intricata intreccia vari aspetti della vita napoletana, dalle luci dei festival della canzone napoletana fino agli ospiti illustri come Diego Armando Maradona, ma anche alle ombre dei matrimoni di boss della camorra.

Inizialmente acquistato dalla società immobiliare “Il Castello” nel 1979, la struttura medicea di Ottaviano finì nelle mani del superboss Raffaele Cutolo, diventandone il quartier generale durante il suo apice criminale. Adolfo Greco, coinvolto anche nella vicenda, fu condannato per favoreggiamento insieme a Antonio Polese, ma entrambi affermarono di essere stati vittime di Cutolo.

Polese, il cui nome ufficiale è Tobia, negò sempre qualsiasi coinvolgimento diretto con Cutolo, e anche se sospettato di nascondere Rosetta Cutolo, latitante, presso La Sonrisa, non furono confermate le accuse.

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Successivamente, Polese fu coinvolto in un altro processo relativo all’acquisto dell’area ex Cirio, dove si sospetta il coinvolgimento in pratiche illecite per ottenere concessioni edilizie. La controversa  storia del Grand Hotel “La Sonrisa” testimonia la complessità del territorio campano.

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Evidenziando le sfide legali e morali che affrontano le figure coinvolte in tali contesti. La sua storia è un esempio di come anche luoghi apparentemente ordinari possano nascondere storie complesse e intricate che attraversano diversi aspetti della società.