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Napoli, dove si trova il Palazzo dei Telefoni e perché si chiama così

A Napoli si trova il Palazzo dei Telefoni. Non tutti sono a conoscenza della sua esistenza, dell’ubicazione precisa e nemmeno il motivo per cui si chiama in questo modo. Scopriamo insieme quindi di più su questo edificio imponente.

Questo palazzo fa parte della trilogia di edifici dedicati ai telefoni costruiti nella città di Napoli nei primi anni del secolo scorso, insieme a quelli di piazza Nolana e via Crispi.

Dove si trova il Palazzo dei Telefoni e perché si chiama in questo modo

Il Palazzo dei Telefoni, noto anche come Centro Telefonico di Stato, è un’imponente struttura situata in via Agostino Depretis a Napoli.

Nel 1922, l’ingegnere del Genio Civile Camillo Guerra ricevette l’incarico di erigere il terzo Palazzo dei Telefoni in via Depretis, nelle immediate vicinanze del Palazzo della Borsa, progettato dal padre Alfonso.

La costruzione dell’edificio avvenne tra il 1923 e il 1925, seguendo lo stile neobarocco che caratterizzava anche gli altri due palazzi progettati da Guerra.

Durante il devastante bombardamento alleato del 4 agosto 1943, gran parte del palazzo fu gravemente danneggiata. Robert Capa immortalò le rovine della facciata, erroneamente attribuite al Palazzo delle Poste.

Nel 1944, lo stesso Guerra ridisegnò l’architettura dell’edificio, conferendogli un aspetto radicalmente diverso. L’esterno abbandonò le tracce del neobarocco iniziale, assumendo una veste funzionalista simile a quella di altri edifici che avevano trasformato il vecchio quartiere San Giuseppe (il rione Carità) negli anni ’30.

Tra questi spicca la Casa del Mutilato, un’altra opera dell’ingegnere Guerra che presenta molte affinità con il nuovo palazzo, pur mantenendo la sua imponenza originaria. I lavori di ricostruzione si svolsero tra il 1945 e il 1946, quasi vent’anni dopo la costruzione del primo edificio.

L’originale stile neobarocco del palazzo è ancora visibile sulla facciata posteriore, rimasta intatta dai danni della guerra e preservata dal progetto di ricostruzione. Questa facciata si affaccia sulla retrostante via dei Griffi.