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Roberto Saviano, l’annuncio: “Dopo anni di scorta potrei tornare libero”

Roberto Saviano, noto scrittore e giornalista, vive sotto scorta permanente dal 2006 a causa delle minacce della criminalità organizzata, denunciate nel suo bestseller “Gomorra“.

Questa protezione lo ha costretto a una vita segregata, con una sorveglianza costante che limita la sua libertà personale e la sua capacità di muoversi liberamente. Saviano è diventato un simbolo della lotta contro le famiglie criminali in Italia, ma la sua vita è segnata dalla costante consapevolezza del pericolo imminente.

La sua determinazione nel denunciare i reati e le reti criminali lo ha reso un eroe per molti, ma ha anche fatto di lui un bersaglio pericoloso per le organizzazioni mafiose che combatte.

Roberto Saviano può finalmente liberarsi della scorta?

Roberto Saviano ha dichiarato che la notizia del pentimento di Francesco Schiavone, noto come “Sandokan“, ha suscitato in lui sentimenti contrastanti. In un video per Fanpage.it, Saviano ha ricordato come gli Schiavone abbiano drasticamente modificato la sua vita.

Nel 2006, durante una manifestazione anti-camorra a Casal di Principe, Saviano denunciò pubblicamente i boss del clan dei Casalesi, mettendosi così in grave pericolo. Questo evento segnò un punto di svolta nella sua vita, portando all’assegnazione di una scorta per garantire la sua sicurezza.

Ora, Saviano riflette sulla possibilità di una libertà ritrovata, ma anche sulla reale sconfitta del potere del clan. Tuttavia, esprime preoccupazione riguardo alla possibilità che il pentimento di Schiavone non porti alla rivelazione di informazioni cruciali sulla criminalità organizzata.

“È finita? È una resa del clan? Temo che non sia così, riflette amaramente lo scrittore napoletano che di cosche familiari se ne intende e anche parecchio. Il potere che ha gestito Francesco Schiavone, Sandokan, è immenso“, ammonisce.

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Saviano teme che la narrazione dei fatti potrebbe essere selettiva e che non vengano rivelati dettagli cruciali sulle attività criminali del clan dei Casalesi. “La camorra la ‘ndrangheta, la mafia non sono un antistato, sono una parte dello Stato”, ricorda con amarezza il napoletano.

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Questo solleva interrogativi sulla reale portata della collaborazione di Schiavone con la giustizia e sul futuro della lotta alla criminalità in Italia. Si spera per Saviano che la sua vita possa migliorare dopo questo ennesimo arresto.