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A Napoli si dice: “S’arricorda ‘e tiempe e Pappagone”. Il significato

Tra le espressioni napoletane più note troviamo “S’arricorda ‘e tiempe ‘e Pappagone“? Scopriamo il mistero di questo detto napoletano.

Forse molti napoletani più anziani ricorderanno il celebre personaggio di Gaetano Pappagone. Creato nel 1966 all’interno dello show televisivo “Scala reale” e interpretato dal leggendario Peppino De Filippo, Pappagone divenne il suo autoironico alter ego. Fu protagonista di sketch comici in televisione, alla radio e persino apparve in spot pubblicitari (i famosi Caroselli) e in un fumetto omonimo disegnato da Luciano Bernasconi.

Pappagone è l’aiutante del Commendator De Filippo, ma spesso combina più guai di quanti ne risolva per il suo datore di lavoro. Con una comicità classica Pappagone viene considerato quasi come una maschera, come Pulcinella e Arlecchino.

Le sue caratteristiche principali sono l’allegria, la stranezza, l’ingenuità e, soprattutto, la bontà d’animo. Pappagone appare come una persona semplice che si trova spesso nei guai, ma che si diverte e diverte coloro che lo guardano grazie alla sua leggerezza. Quindi, la sua caratterizzazione non sembra essere legata a qualcosa di antico o superato.

Le origini del detto “S’arricorda ‘e tiempe e Pappagone”

Ma quale potrebbe essere l’origine di questa locuzione? Probabilmente, la locuzione napoletana è una storpiatura linguistica del nome “Pappacoda“, appartenente a un’antica famiglia nobile napoletana. Le prime tracce della famiglia Pappacoda risalgono al XIII secolo, durante il regno degli Angioini a Napoli.

La radice secolare di questa famiglia aristocratica napoletana e la sua evidente influenza nella vita della città potrebbero aver dato origine a questa espressione. La storpiatura del nome è tipica del linguaggio scherzoso napoletano, che spesso disordina le parole per il proprio divertimento.

Un segno tangibile dell’influenza della famiglia Pappacoda, oltre alla sua antichità, era rappresentato dal Palazzo Pappacoda. Costruito da Artusio nel lontano 1443, il palazzo fu poi demolito durante il Risanamento di Napoli per permettere l’allargamento della strada antistante.

Pertanto, la locuzione “S’arricorda ‘e tiempe ‘e Pappagone” sembra aver tratto ispirazione dalla storpiatura del nome Pappacoda, appartenente a un’antica famiglia nobile napoletana. Questa espressione, con il suo carattere scherzoso e ironico, evoca l’idea di qualcosa di antico, ma non necessariamente obsoleto.

Il suo significato rimane quello di evocare tempi passati senza necessariamente sottintendere obsolescenza. Un ricordo affettuoso di un personaggio indimenticabile e della sua eredità nel folklore napoletano.