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Torre Palasciano a Napoli: perché si chiama così? Una storia che pochi conoscono

La Torre Palasciano, situata sulla collina di Capodimonte a Napoli al civico 53,  domina il golfo di Napoli con la sua maestosa bellezza. Ma c’è qualcosa di ancora più affascinante di questa struttura rinascimentale. Una storia tutta da scoprire e che in pochi conoscono.

Questa preziosa dimora, comprensiva di un giardino, venne messa in vendita a un prezzo pari a mezzo milione di euro. Come avrebbe reagito il suo devoto proprietario, Ferdinando Palasciano, che nutriva un amore così profondo per questa costruzione?

Quest’uomo ammirevole, nato a Capua nel 1815 da una madre campana e un padre pugliese di Monopoli, era destinato a lasciare il segno. Una volta completati gli studi, non tardò a farsi un nome come medico e chirurgo di grande valore. Nel 1848, all’età di trentatré anni, Palasciano fu nominato ufficiale medico nell’esercito delle Due Sicilie e si trovò a Messina durante i tumultuosi moti insurrezionali di quell’anno.

Nonostante le direttive del generale Carlo Filangieri, Palasciano si dedicò alla cura dei nemici feriti durante gli scontri, un gesto di umanità che gli costò l’accusa di insubordinazione e lo mise a rischio di fucilazione.

La vita di Ferdinando Palasciano fu salvata grazie all’intervento diretto di Ferdinando II, che commutò la sua condanna a morte in un anno di prigionia, scontato in condizioni estremamente precarie a Reggio Calabria.

Nonostante le avversità incontrate durante quel periodo difficile, Palasciano ottenne molte soddisfazioni negli anni successivi. Le sue idee furono alla base della Convenzione di Ginevra nel 1864 e influenzarono la nascita della moderna Croce Rossa. Tuttavia, a causa di circostanze sconosciute, il suo nome non comparve mai nei documenti ufficiali, rappresentando una grande perdita per la città di Napoli.

Torre Palasciano a Napoli: una storia che conoscono in pochi

Durante gli ultimi giorni del regno delle Due Sicilie, Giuseppe Garibaldi richiese la consulenza del rinomato chirurgo per curare la famosa ferita alla caviglia causata da un proiettile durante la battaglia sull’Aspromonte. Palasciano suggerì una delicata operazione per estrarre il frammento osseo, ma il suo consiglio non fu seguito dai medici che assistevano l’illustre Eroe dei Due Mondi.

Solo dopo aver sofferto intense sofferenze, i medici si resero conto dell’errore commesso. L’unico risultato positivo che Palasciano trasse da questa esperienza fu l’amicizia instauratasi con Garibaldi, che lo introdusse appassionatamente nella politica e nella causa dell’Italia unita.

Così, Ferdinando Palasciano divenne deputato al Parlamento nelle legislature XIV, XV e XVI, successivamente divenne senatore del regno, consigliere e, infine, assessore al Comune di Napoli. Nel 1886, cominciarono a manifestarsi i primi segni di una grave demenza mentale che accompagnò Ferdinando Palasciano fino alla sua morte, avvenuta il 28 novembre 1891.

Durante gli anni di malattia, il brillante medico poté contare sul sostegno della moglie Olga de Wavilow, una nobildonna russa che aveva condiviso con lui l’avventura della costruzione della villa.  Palasciano acquistò un vasto terreno agricolo, composto da più di ventotto moggi, dagli eredi del grande luminare Domenico Cotugno e costruì una sontuosa villa su di esso.

Questo territorio comprendeva diverse strutture, tra cui un tempio e due splendidi giardini con alberi da frutto. L’architetto Antonio Cipolla fu incaricato dei lavori di costruzione, che furono completati nel 1868. Per edificare questa dimora unica, furono impiegate pietre di tufo provenienti da precedenti costruzioni.

Ancora oggi, la villa mantiene la sua struttura quadrangolare, disposta su due piani. Il suo stile architettonico fonde sapientemente elementi neogotici e neorinascimentali, in linea con l’eclettismo dell’epoca.