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Anagrafe Canina in Campania: cosa accade adesso ai cani senza microchip

Importante novità per la regione Campania che dal 10 gennaio ha visto l’entrata in vigore di una riforma altamente significativa per tutti i proprietari di Cani. Si tratta dell’iscrizione all’anagrafe canina con annesse una serie di modifiche alla legge regionale 3/19.

Questa riforma si è adeguata a tutti gli aggiornamenti normativi europei, al fine di rendere sempre più efficace la tracciabilità degli animali domestici. Come accennato precedentemente sono stati introdotti dei cambiamenti sostanziali e soprattutto delle regole sempre più rigide.

Ad oggi, infatti, tutti coloro i quali cederanno un cane senza microchip o lo acquisteranno sprovvisti di quest’ultimo potranno essere soggetti a sanzioni. Ragion per cui i proprietari di cani che non sono stati ancora registrati all’anagrafe canina dovranno provvedere tempestivamente (sebbene sia prevista una ammenda).

Anagrafe Canina in Campania, entrata in vigore la nuova legge regionale

Per quanto riguarda le informazioni che serviranno per la registrazione del cane, i proprietari dovranno essere forniti dei dati sull’origine, il codice fiscale di chi lo ha ceduto, il numero di microchip e anche la data di nascita della mamma .

Nel momento in cui queste informazioni non sono reperibili, il veterinario potrà inserire il microchip al cane registrandolo all’anagrafe canina senza certificato definitivo.

La norma regolamenta anche il post nascita dei cuccioli che non sono stati registrati: questo vuol dire che se una cagna non è regolarmente iscritta all’anagrafe, i cuccioli non possono essere dichiarati e quindi chi li adotta e sottoposto a sanzione.

Il tutto rende sicuramente molto più difficile il lavoro di tutte le associazioni e di tutti i volontari che si occupano di microchippare i cani randagi.

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Con la nuova legge regionale entrano in gioco anche i sindaci, questo vuol dire che la normativa prevede che i cani siano registrati proprio con il nome del primo cittadino. Significa che il Comune è tenuto alla cura e al mantenimento del cane randagio che è stato attenzionato dall’Asl.

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A tal proposito, anche al fine di ridurre gli ingenti costi, tutti i comuni possono servirsi dell’aiuto delle associazioni animaliste che si occupano sia della gestione che delle adozioni dei cani randagi. Grazie al nuovo quadro normativo, si vuole garantire non solo il benessere, ma anche una corretta e responsabile gestione degli animali a quattro zampe.