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Casatiello, il rustico napoletano di Pasqua risale al tempo dei greci

La tradizione culinaria napoletana è rinomata in tutto il mondo per la sua ricchezza di sapori autentici e piatti unici che rappresentano l’anima della città. Tra le pietanze più celebri e apprezzate vi sono la pizza napoletana, vera e propria icona gastronomica, con la sua base soffice e fragrante condita con pomodoro San Marzano DOP, mozzarella di bufala campana DOP e basilico fresco.

Altre delizie culinarie napoletane includono la pasta e patate, un piatto comfort food che unisce pasta corta con patate, formaggio e basilico, e la pasta e fagioli, una zuppa densa e saporita arricchita con fagioli borlotti e pasta mista.

I frutti di mare giocano un ruolo importante nella cucina napoletana, con piatti come la spaghetti alle vongole veraci, spaghetti conditi con vongole fresche, aglio, peperoncino e prezzemolo, e la frittura di paranza, una varietà di pesce fresco fritto in pastella leggera.

Storia del casatiello napoletano

Tra i piatti di carne più celebri troviamo la parmigiana di melanzane, uno strato di melanzane grigliate intercalate con pomodoro, mozzarella e basilico, e la carne alla pizzaiola, carne di manzo cotta con pomodoro, aglio, origano e vino bianco.

Infine, per i dolci, la pastiera napoletana è una torta tradizionale pasquale fatta con grano cotto, ricotta, canditi e arancia. Rimanendo in tema di Pasqua, sulle tavole campane non può mancare il famoso casatiello.

Il casatiello è diventato un simbolo della Pasqua cattolica e celebrando la resurrezione di Cristo. La sua forma ricorda la corona di spine e le strisce di impasto che ingabbiano le uova richiamano la croce, mentre l’aspetto anulare rappresenta la ciclicità della resurrezione.

La preparazione del casatiello è un vero e proprio rituale per le massaie napoletane, che valorizzavano gli avanzi delle provviste invernali e le scorte di carne di maiale. L’impasto, preparato con acqua, farina, sugna, lievito e pepe, viene arricchito con salumi, formaggi e uova crude, e sottoposto a una doppia lievitazione per ottenere la sua consistenza unica.

Tradizionalmente preparato il Venerdì Santo e mangiato il Sabato Santo, il casatiello è accompagnato da fave, salumi e formaggi tipici napoletani. La ricetta anti-spreco si adatta agli ingredienti disponibili, con la sugna che conferisce il sapore deciso e la consistenza caratteristica.

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Da non confondere con il tortano, un altro rustico salato tipico del periodo pasquale, il casatiello può anche avere una variante dolce chiamata “Pigna di Pasqua“, una torta arricchita con aromi di agrumi, liquore strega e decorata con glassa e confetti colorati.

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Il nome deriva dal latino “caseus“, che in napoletano diventa “caso“, in riferimento alla generosa quantità di formaggio presente nella ricetta. Questo pane rustico arricchito con salumi e formaggi ha origini antiche, risalenti alla Napoli greca, dove pani conditi con vari ingredienti venivano serviti durante le feste primaverili in onore della dea Demetra.