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“Friddo e cane”: perché anche a Napoli si usa dire così in inverno

L’espressione “Fa un freddo cane” è una presenza comune nelle conversazioni quotidiane, un modo diretto e colloquiale di sottolineare una temperatura particolarmente bassa.

Ma perché il cane, e non un altro animale, è associato al freddo in questa locuzione? La risposta affonda le radici nell’antichità e nelle tradizioni del passato.

Quando si parla di espressioni popolari, spesso si trova che il loro significato è intrecciato con la storia e le pratiche del passato.

Nel caso di “freddo cane”, la spiegazione può essere rintracciata nei tempi in cui i cani erano considerati guardiani delle proprietà e non animali domestici.

Al contrario degli attuali compagni a quattro zampe, erano spesso lasciati all’aperto, incatenati e privati del cibo, esposti alle intemperie per aumentarne l’aggressività e il senso di guardia.

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“Friddo e cane”, le diverse interpretazioni di significato: quando si usa a Napoli

L’antica pratica lessicale “Freddo di cane” giustifica l’associazione tra i cani e il freddo nella locuzione. L’espressione diventa un ritratto della resistenza dei cani alle temperature più estreme, poiché erano abituati a sopportare il gelo senza beneficiare delle comodità della vita in casa.

La scelta di usare il termine “cane” anziché altri animali più adatti al freddo, come pinguini o orsi polari, è quindi legata alle specifiche circostanze storiche in cui i cani erano sottoposti alle intemperie.

Un’altra interpretazione affascinante è legata alla similitudine tra la temperatura penetrante e il morso di un cane. La locuzione potrebbe suggerire che il freddo “mordenelle ossa, richiamando l’immagine del cane che morde.

Inoltre, alcune teorie suggeriscono un collegamento con le usanze dei popoli eschimesi, che utilizzavano l’espressione per indicare il freddo estremo e il bisogno di far entrare in casa i cani per scaldarsi. Il numero di cani indicava l’intensità del freddo.

A Napoli e dintorni il termine si trasforma in dialetto, “Friddo e cane”. Si tratta di un’espressione radicata nelle tradizioni antiche, con diverse interpretazioni che contribuiscono a renderla affascinante e variegata.

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Nell’inverno napoletano, quando il freddo si fa sentire, durante i mesi più rigidi, la gente continua a utilizzare questa locuzione, tramandando la storia e la cultura che la sostengono.