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I fujénti, come nasce questa figura napoletana a Pasqua

La Settimana Santa, culmine della liturgia cristiana, commemora la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Attraverso riti sacri, processioni e celebrazioni, i fedeli rivivono gli eventi della Passione, dal Giovedì Santo con l’Ultima Cena, al Venerdì Santo con la Crocifissione, fino alla Vigilia Pasquale con la resurrezione. Questo periodo di riflessione e penitenza coinvolge comunità di tutto il mondo, offrendo un’opportunità di rinnovamento spirituale e di rinascita.

Come nasce questa figura napoletana

La Settimana Santa incarna la promessa di speranza e redenzione, testimoniata dalla fede dei credenti e dall’importanza dei suoi simboli religiosi. Le celebrazioni religiose prima della Settimana Santa sono ricche di tradizioni e folklore, specialmente nel culto della Madonna dell’Arco, con processioni emozionanti nel comune di Sant’Anastasia e oltre. Ogni anno, i fedeli si riuniscono per onorare l’immagine miracolosa della Madonna, testimoniando la loro fede e devozione nella regione campana.

I “battenti” o “fujénti” manifestano la loro devozione attraverso pellegrinaggi, spesso scalzi o persino a carponi, al santuario mariano, mostrano la loro fede con gesti di sacrificio e adorazione, testimoniando la profonda spiritualità della tradizione religiosa. Questa tradizione, che ha origine nel 1450, si estende a diverse località della provincia di Napoli e oltre, tra cui Procida. Fujente è un termine napoletano arcaico che tradotto in maniera colorita sta per “colui che corre a rotta di collo”. Infatti ricorda la corsa disperata che, come vedremo, fece il sacrilego protagonista dell’evento che diede inizio al culto. Sono detti anche vattienti, cioè battenti perché in certi momenti del percorso battono in maniera ritmica i piedi sul selciato.

Cosa indossano i battenti

Durante le processioni, i partecipanti vestono abiti bianchi e azzurri, simboli della Madre Celeste e rosso, ricordando il miracolo del sangue versato. Questo rito viene svolto il Lunedì in Albis, noto anche come lunedì dell’Angelo, il giorno dopo la Pasqua, che segna la fine delle celebrazioni pasquali. È un momento di festa e di gioia per i cristiani, durante il quale si riflette sulla vittoria di Cristo sulla morte e si celebra la speranza e la rinascita che la Pasqua porta con sé.

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Oltre ai battenti, che dimostrano la loro fede attraverso pellegrinaggi, ci sono quelli che durante la Settimana Santa si auto-flagellano con flagelli e formelle di sughero chiodate, un atto di penitenza diffuso anche a Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento.

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Queste manifestazioni religiose, cariche di emozione e misticismo, uniscono la fede alla tradizione popolare, trasmettendo un profondo senso di devozione e spiritualità.