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‘O migliaccio ‘e Carnevale: storia di un simbolo della cucina napoletana

L’arte dolciaria napoletana occupa un ruolo di primaria importanza, non solo nell’ambito gastronomico, ma anche come elemento distintivo della cultura e dell’identità partenopea. I dolci napoletani sono veri capolavori di tradizione e creatività, tramandati di generazione in generazione. Essi incarnano il connubio tra passione, maestria artigianale e l’utilizzo di ingredienti di alta qualità.

Le celebri delizie come la sfogliatella riccia, il babà, il pastiera e i famosi struffoli sono icone gastronomiche che, con le loro ricette ricche e complesse, sono diventati simboli dell’arte culinaria partenopea. La preparazione di questi dolci spesso segue metodi tradizionali tramandati da nonne a nipoti, contribuendo a preservare la ricchezza del patrimonio dolciario locale.

Inoltre, la pasticceria napoletana è un forte elemento di identificazione culturale, richiamando la storia della città, le sue festività e le sue tradizioni. La maestria nella creazione di dolci particolari è diventata parte integrante della vita quotidiana, celebrando momenti speciali e consolidando i legami familiari. Tra i dolci più importanti per Carnevale troviamo il migliaccio.

La storia del migliaccio napoletano

In tal modo, l’arte dolciaria napoletana ha ormai consolidato la sua importanza come patrimonio culturale, creando una connessione profonda tra la gente di Napoli e la loro ricca tradizione culinaria.

Il migliaccio napoletano, celebre nella tradizione pasticcera del capoluogo partenopeo, è un’iconica torta di semolino e ricotta associata al periodo di Carnevale e alla Pasqua. La sua storia affonda radici addirittura medievali, derivando dal latino “miliaccium“, che indicava un tradizionale pane di miglio.

Le origini del migliaccio risalgono all’utilizzo della farina di miglio in preparazioni di dolci poveri, incluso un antico pane contadino con miglio e sangue di maiale. Quest’ultimo, utilizzato in concomitanza con la macellazione, venne gradualmente sostituito da zucchero, cannella, farina e uova, trasformandosi nella dolce variante attuale.

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Il migliaccio dolce napoletano, una torta morbida e leggermente zuccherata, emana un profumo caratteristico e rievoca il gusto della pastiera napoletana. La sua cottura in un tegame di rame, tradizionalmente alto, contribuisce alla sua unicità. Venduto spesso direttamente nel tegame dalle pasticcerie, conferisce un tocco casalingo.

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Considerato calorico, soprattutto con l’aggiunta di ricotta, il migliaccio richiama i sapori della sfogliatella. La tradizione, mantenendo le caratteristiche del passato, si esprime nell’uso di sugna al posto del burro e, in alcune località della penisola Sorrentina, sostituendo il latte con l’acqua.

Questa prelibatezza, tramandata attraverso generazioni, rappresenta un connubio di storia e gusto, unendo la Napoli di ieri e oggi attraverso il suo patrimonio dolciario.