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Inzaghi re di (super)coppa, Napoli stoico e rosso di rabbia

Una finale già scritta? L’Inter ha venti punti in più del Napoli in classifica, ha segnato diciannove gol in più e ne ha subiti quindici in meno. Nella partita di andata in campionato al Maradona la squadra di Inzaghi ha vinto nettamente 3-0 (sia pure in contropiede, come ha ricordato Mazzarri) e sembra ovviamente la favorita, ma le finali si vincono o si perdono e in 90′ può succedere di tutto. E infatti…

Gli assalti nerazzurri pagano nel finale, a recupero appena iniziato, grazie alla solita zampata di Lautaro Martinez. I tricolori recriminano per l’espulsione machiavellica di Simeone, che ha compromesso la gara (stoica) dei ragazzi di Mazzarri all’ora di gioco.

PRIMO TEMPO

Napoli-Inter è la finale della Supercoppa italiana, la vetrina del nostro calcio d’esportazione, e mette in palio il primo trofeo stagionale. Inzaghi, superfavorito e in odore del titolo di mister Supercoppa, vuole scrivere appunto il suo nome nel libro dei record, Mazzarri vuole guastargli la festa.

La travolgente vittoria dei nerazzurri sulla Lazio condiziona i pronostici, ma entrambi gli allenatori ci hanno tenuto a restringere la forbice con lo stesso concetto: “Il Napoli è campione d’Italia e ha giocatori di qualità”. Equilibrio e squadre ancora ferme sullo 0-0 nella prima frazione: nerazzurri più pericolosi e vicini alla rete con Dimarco, Napoli partito forte ma mai realmente pericoloso dalle parti di Sommer.

SECONDO TEMPO

Per questioni d’organizzazione, naturalmente la notizia fulminea, un vero rombo di tuono all’Al-Awwal Park Stadium risponde (a sorpresa) con qualche fischio, la scomparsa di Gigi Riva e dunque il minuto di silenzio dei ventidue in campo prima di ricominciare le ostilità. Minuti pregni di nervosismo, con qualche giallo di troppo da parte di un Rapuano nel pallone e il primo squillo del Napoli: bravo Sommer a deviare l’insidiosa conclusione di Kvaratskhelia.

Risponde Thuram, in un’Inter che vede ammonire Barella (diffidato, salta la Fiorentina) e si ritrova in superiorità numerica: un pestone di Simeone ad Acerbi costa all’attaccante il secondo giallo e l’espulsione al 60′. Mazzarri opta per un atteggiamento conservativo, schierando i suoi a riccio con un 5-4-0, ma rischia troppo. Ne viene fuori una gara di sacrificio per gli azzurri, in abito anti-sommossa per tutto il resto del match. Il Napoli ha retto anche con un uomo in meno dopo aver giocato bene in parità numerica. In dieci contro undici ha sofferto relativamente, ha serrato tutti gli spazi. Una partita di grande concentrazione e spirito di squadra.

Tant’è, ma l’Inter passa al 91′: Pavard si inserisce da esterno alto e mette in mezzo per Lautaro, che insacca con la spaccata vincente la rete che consegna la Supercoppa all’Inter.

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Il gruppo nerazzurro mette in bacheca l’ottava, al di sopra del Milan (7), a una lunghezza dalla Juve primatista (9), e completa un tris consecutivo, riuscito una sola volta nella storia, al Milan degli anni ’90. Per Mazzarri, invece, sarebbe stato il coronamento di una carriera lunga e valorosa che gli ha regalato però un solo trofeo: la Coppa Italia 2012, col Napoli. Il suo Napoli. Che forse forse ha realmente ritrovato stasera.