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Quante strisce si mettono sulla pastiera? Il segreto

I dolci occupano un posto di rilievo nella cultura gastronomica napoletana, rappresentando non solo una delizia per il palato, ma anche un elemento intrinseco della vita quotidiana e delle tradizioni della città. L’arte pasticcera napoletana si distingue per la sua ricchezza e varietà, offrendo un assortimento di dolci che spaziano dai classici alle creazioni più elaborate e innovative.

I dolci napoletani sono celebrati per la loro squisitezza e per l’abilità artigianale impiegata nella loro preparazione, con ingredienti di alta qualità e ricette tramandate di generazione in generazione. Dalla famosa sfogliatella riccia e frolla, dalle deliziose zeppole di San Giuseppe al babà al limoncello, ogni dolce racconta una storia e una tradizione unica, incastonata nel cuore della città.

Inoltre, i dolci napoletani sono spesso associati a occasioni speciali e festività religiose, come il Natale, la Pasqua e le celebrazioni dei santi patroni locali. La loro presenza durante queste occasioni contribuisce a rafforzare il legame tra cibo, cultura e identità napoletana, trasformando ogni dolce in un simbolo di gioia, condivisione e appartenenza.

Quante strisce di pasta frolla servono sulla pastiera?

I dolci napoletani sono anche una fonte di orgoglio e di patrimonio per la città, rappresentando un’importante risorsa economica attraverso le numerose pasticcerie e le attività commerciali che producono e vendono questi prelibati dessert.

I dolci sono un elemento imprescindibile della vita napoletana, incorniciando i momenti di festa e di convivialità e arricchendo la cultura gastronomica della città con la loro dolcezza e la loro tradizione.

Ma quante sono le strisce di pasta da mettere sulla pastiera di Pasqua? Numerose versioni si susseguono, ma tre leggende principali spiegano il perché di questo numero simbolico.

Secondo una leggenda, le sette strisce sono legate al culto della Sirena Parthenope, fondatrice di Napoli. La Sirena avrebbe donato al popolo sette regali, rappresentati dagli ingredienti della pastiera, come farina, ricotta e fiori d’arancio. Le strisce ricorderebbero quindi i sette doni della Sirena.

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Un’altra leggenda narra che le mogli dei pescatori offrissero al mare sette ceste di ingredienti auspiciosi per il ritorno dei loro mariti. Le onde avrebbero mescolato gli ingredienti, creando la pastiera. Le sette strisce rappresenterebbero così i sette doni dati al mare.

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Infine, un’ipotesi suggestiva collega le strisce ai decumani e ai cardini della Napoli greco-romana. I tre decumani e i quattro cardini, antiche vie e vicoli, potrebbero essere rappresentati dalle strisce. Sebbene priva di affidabilità storica, questa leggenda aggiunge un fascino particolare al mito delle sette strisce sulla pastiera napoletana.