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I dodici mesi: la tradizione antica e popolare della Campania

Il Carnevale, celebrato in molte comunità rurali in tutto il mondo, è un’occasione per festeggiare con tradizioni uniche e coinvolgenti. In queste aree, la festa spesso rappresenta un momento di unione e divertimento per l’intera comunità, con eventi che riflettono le tradizioni locali e storiche.

Le celebrazioni del Carnevale nelle zone rurali possono includere sfilate di carri allegorici decorati con temi tradizionali o legati alla vita agricola, con costumi colorati e maschere fantasiose. I partecipanti spesso si impegnano in balli folcloristici, musica dal vivo e giochi tradizionali che richiamano antiche usanze.

Inoltre, molte comunità rurali organizzano cene e feste in cui vengono serviti piatti tradizionali e specialità culinarie locali, come dolci tipici e piatti a base di carne. Queste occasioni offrono un’opportunità per riunirsi e condividere momenti di gioia e convivialità.

Il Carnevale rurale rappresenta quindi un momento importante per celebrare le radici culturali e storiche di una comunità, mantenendo vive le tradizioni tramandate di generazione in generazione. In Campania esiste una vecchia tradizione legata alla Canta dei Mesi.

Il Carnevale era un periodo intriso di una dualità tra il bene e il male, percepite come forze primordiali che l’uomo poteva influenzare attraverso mezzi magici o riti religiosi. Tra i rituali più significativi, la Canta dei Mesi si distingue per la sua radice negli “ambarvalia” dell’antica Roma, celebrati per propiziare la fertilità dei campi.

Questo rito, diffuso in tutta Italia e in particolare in Campania, offre un’immagine della società rurale, con un Re e un servo che simboleggiano il potere e la dipendenza, dodici figure che rappresentano i mesi e quattro le stagioni. Arlecchino o Pulcinella, con il loro sarcasmo, difendono la comunità dalle prepotenze.

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Le guardie mantengono l’ordine mentre i musicisti suonano fisarmoniche, chitarre e violini, dando vita a un’esperienza rituale e festosa che celebra la natura e la comunità agricola. Con delle piccole differenze in base a dove si vive.

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  • A Casale di Carinola, Capodanno emerge come il “mese nascosto“, forse legato al “mercedonio” romano.
  • A Pignataro Maggiore si celebra la Canta con Capodanno vestito di nero e Pulcinella portante ziarèlle colorate.
  • A Cusano Mutri, nel pomeriggio dell’ultimo giorno di Carnevale, il “Padre dei Mesi” guida lo spettacolo con un bastone annuale. Ogni mese è rappresentato da personaggi eccentricamente vestiti, recitando versi con linguaggio locale e mimica coinvolgente.