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Perché Porta San Gennaro di Napoli si chiama così

Napoli è ricca di costruzioni architettoniche di grande importanza storica, molte delle quali portano nomi particolari che riflettono la tradizione e gli avvenimenti antichi legati alla città. Tra queste, spicca il “Maschio Angioino“, noto anche come Castel Nuovo, un’imponente fortezza medievale che domina il lungomare di Napoli.

Costruito nel XIII secolo per volere di Carlo I d’Angiò, questo castello simboleggia il potere e la maestosità della dinastia angioina. Altrettanto suggestivo è il “Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore“, un complesso di edifici storici che include la basilica paleocristiana di San Lorenzo Maggiore, la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta e l’adiacente museo archeologico.

La “Galleria Umberto I” è un’altra struttura notevole, un’elegante galleria commerciale coperta costruita alla fine del XIX secolo, che unisce la Piazza del Plebiscito alla Piazza Dante. Il suo nome omaggia il re Umberto I di Savoia ed è un luogo di incontro e di passaggio per i napoletani.

Perché si chiama così la Porta San Gennaro di Napoli?

Porta San Gennaro, la più antica porta di Napoli, risale al 928, quando il timore dei Saraceni fece sì che la città cercasse protezione. Era il principale punto di accesso dalla parte settentrionale della città

Nel corso dei secoli, la porta subì varie trasformazioni. Nel periodo ducale, fu ricostruita tra Caponapoli e il vallone di Foria, vicino al Monastero di Santa Maria del Gesù delle Monache. Nel 1537, per volontà di Don Pedro di Toledo, fu spostata nella sua posizione attuale su via Foria, e le torri che la fiancheggiavano furono rimosse.

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L’affresco di Mattia Preti, aggiunto come ex voto dopo l’epidemia di peste del 1656, raffigura San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio. Questo dipinto, insieme al busto di San Gaetano aggiunto nel 1659 e alla nicchia con il quadro della Vergine del 1887, testimonia la devozione e la gratitudine della città di fronte alle calamità.

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Porta San Gennaro si trova nei pressi della chiesa di San Francesco dei Cocchieri, testimone silenzioso della storia e della spiritualità di Napoli. La sua presenza continua a ispirare e a proteggere la città, conservando intatta la sua maestosità e il suo significato attraverso i secoli. Il suo nome deriva dalla strada che conduceva alle catacombe di San Gennaro, il patrono di Napoli.